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VAUDAccusato di omicidio colposo, si rifiuta di tornare in Svizzera

21.02.18 - 19:56
Lo studente egiziano di 19 anni aveva provocato la morte di un coetaneo a Caux. Quella notte era alla guida ubriaco e andava troppo forte. L'avvocato difensore: «È depresso ma vuole collaborare»
Keystone
Accusato di omicidio colposo, si rifiuta di tornare in Svizzera
Lo studente egiziano di 19 anni aveva provocato la morte di un coetaneo a Caux. Quella notte era alla guida ubriaco e andava troppo forte. L'avvocato difensore: «È depresso ma vuole collaborare»

LOSANNA - Un suo compagno di studi aveva perso la vita in un incidente avvenuto sulle colline sopra Montreux alla fine dello scorso mese di maggio. Per colpa sua. Ma Khaled *, un egiziano di 19 anni, sembra non avere molta fretta di tornare in Svizzera e rispondere alla convocazione del procuratore vodese. La notte dopo l'incidente, non appena terminato il proprio colloquio in polizia, il giovane, studente di una scuola alberghiera della zona, si era infatti affrettato a tornare nel proprio Paese di origine.

La fuga è soprattutto dovuta alle tante infrazioni commesse quella tragica mattina. Su quell’auto erano in sei. Tutti ubriachi. Khaled era alla guida con un tasso alcolemico dell’1,2 ‰ e andava troppo veloce.

Quando il veicolo è precipitato nel burrone, un costaricano di 19 anni è stato sbalzato dall’abitacolo, venendo in seguito travolto e ucciso. Subito dopo l'incidente, Khaled si sarebbe accordato con gli altri compagni per far credere che alla guida ci fosse qualcun altro.

«Psicologicamente disturbato e depresso» - Il giovane, figlio di un diplomatico, nonostante il tentativo di abbindolare la giustizia dovrà rispondere di omicidio colposo. Ma per ora in Tribunale non si è ancora visto a causa di presunti problemi di salute. «Il mio cliente ha problemi psicologici ed è profondamente depresso a causa dell’incidente». Il suo ritorno in Svizzera sarebbe, secondo i medici, «estremamente rischioso per la sua vita», spiega l’avvocato Francois Hay.

Convocato per fine gennaio, Khaled ha deciso di ricorrere, proponendo che un procuratore si recasse in Egitto a proprie spese e lo interrogasse  presso l'ambasciata svizzera o in videoconferenza. Proposte che sono state ritenute «inammissibili» dal Tribunale, il quale ha rigettato il ricorso.

«Il mio cliente ha sempre espresso il desiderio di collaborare con la giustizia svizzera. In merito alle modalità, stiamo discutendo con le autorità competenti». afferma Hay.

* nome di fantasia

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