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VAUDDetenuto morto in cella, tutta colpa dell’omonimia

31.10.17 - 19:03
Non doveva trovarsi lì il 23enne originario del Gambia, richiedente l'asilo, arrestato domenica sera e trovato privo di vita nella sua cella. Era stato arrestato per errore
Keystone
Detenuto morto in cella, tutta colpa dell’omonimia
Non doveva trovarsi lì il 23enne originario del Gambia, richiedente l'asilo, arrestato domenica sera e trovato privo di vita nella sua cella. Era stato arrestato per errore

LOSANNA - È di martedì scorso la notizia di un detenuto trovato morto nella sua cella presso il centro di detenzione provvisorio a Mont-sur-Lausanne. Nel comunicato la polizia parlava di un 23enne cittadino del Gambia che era stato fermato domenica sera dalle guardie di confine alla stazione di Losanna e in seguito era stato arrestato per violazione della legge sugli stranieri. Dalle verifiche è però emerso - come riporta Le Temps - che l’uomo era stato arrestato per errore. Il giovane - che è in seguito deceduto - era un richiedente l’asilo preso in carica dal centro per richiedenti l’asilo di Ecublens. Aveva lo stesso nome ed era nato lo stesso giorno di una persona omonima, che doveva essere invece rispedita in Italia.

Lamin F. - così si chiamava la vittima - è stato arrestato dalle guardie di confine a seguito della segnalazione da parte delle autorità lucernesi, che erano sulle tracce del suo omonimo. Il 23enne è stato inizialmente portato in ospedale a causa di un attacco epilettico e in seguito trasferito in cella. Il giorno seguente, però, il suo corpo è stato scoperto senza vita dal personale del centro di detenzione provvisorio.

In quali condizioni sia deceduto non è ancora chiaro, è in corso l’inchiesta condotta dal Ministero pubblico e dalla giustizia militare.

Come spiegare la confusione da parte delle autorità? Sarebbero frequenti - come fanno notare dalla fondazione “Point d’Eau” - i casi di omonimia tra i richiedenti l’asilo provenienti dall’Africa subsahariana. La data di nascita, inoltre, è spesso fittizia. Se la persona non è in grado di fornirla, o non desidera dire la verità, le viene solitamente assegnata il 1. gennaio dalle autorità del Paese in cui viene registrata la prima volta.

Le indagini dovranno ora appurare le eventuali responsabilità.

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