Bashkim L., evaso lo scorso weekend dalla Prigione centrale di Friburgo, ha usato la biancheria da letto per darsi alla fuga
FRIBURGO - Bashkim L., 35enne kosovaro condannato all'ergastolo per un assassinio compiuto nel 2013, ha utilizzato il metodo classico dei vecchi film - le lenzuola del letto annodate - per evadere dalla prigione centrale di Friburgo nelle prime ore del 2 settembre scorso. Lo ha indicato oggi all'ats Didier Page, segretario generale della Direzione della sicurezza cantonale, confermando informazioni del giornale locale "La Liberté".
L., giudicato pericoloso e tuttora in fuga, ha usato le lenzuola per la fase finale dell'evasione, ossia per scendere dal muro di cinta esterno del carcere. Prima di arrivare al muro è riuscito a uscire dalla propria cella individuale, tra le due e le tre di notte, nonostante le sbarre e un vetro blindato che non può essere aperto, ha precisato Page.
Aiuto esterno? - Gli inquirenti pensano dunque che abbia potuto beneficiare di un aiuto esterno, sebbene l'uomo appaia solitario nelle immagini di videosorveglianza che lo hanno ripreso fuori dal carcere. Occorre «un attrezzo sufficientemente performante» per rompere un simile dispositivo di sicurezza e questo tipo di materiale «non si trova all'interno della prigione», afferma Page. E aggiunge che un'analisi è attualmente in corso nell'istituto di pena per individuare eventuali pecche nell'infrastruttura o nei processi di sicurezza interna, come gli orari di notte.
Nel frattempo le ricerche continuano in Svizzera e all'estero: contro il kosovaro è stato spiccato un mandato d'arresto internazionale. Gli inquirenti pensano che abbia ormai lasciato il territorio elvetico.
La sua foto è stata diffusa a livello nazionale e internazionale. Il ricercato è alto 177 centimetri ed è di corporatura media, ha gli occhi marroni, capelli neri corti e una lunga barba nera. Al momento dell'evasione indossava pantaloni di una tuta da ginnastica di colore nero, un pullover nero e delle scarpe da ginnastica. Parla tedesco, albanese e francese con un forte accento.
Faida tra famiglie - Insieme a un macedone il ricercato era stato coinvolto l'11 maggio 2013 a Frasses (FR) nell'assassinio di un italiano di origini kosovare di 36 anni. La vittima era stata freddata da 15 proiettili intorno alle 23.50 nelle immediate vicinanze del proprio garage, davanti agli occhi della moglie 21enne e dei suoi quattro figli (di cui due nati da un primo matrimonio dell'uomo), mentre la famiglia stava rincasando. L'omicidio sarebbe avvenuto nell'ambito di una faida tra famiglie - sospettate di essere coinvolte nel traffico di stupefacenti - che aveva provocato numerose vittime in Kosovo.
Nel gennaio 2016 il Tribunale penale della Broye (FR) ha condannato il ricercato e il macedone al carcere a vita. Entrambi gli imputati si sono sempre detti innocenti e hanno presentato appello. Il processo di secondo grado avrebbe dovuto tenersi lo scorso marzo davanti al Tribunale cantonale friburghese, ma il fascicolo è stato rimandato al Ministero pubblico per un complemento d'indagine, perché i due imputati hanno nel frattempo fatto valere nuovi elementi. Il macedone si trova tuttora dietro le sbarre, ha rassicurato la polizia friburghese.