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SVIZZERA13 "Tigri tamil" giudicate a Bellinzona

12.05.17 - 11:23
Sono accusate di aver sostenuto finanziariamente la guerriglia contro l'esercito dello Sri Lanka per anni
Tipress
13 "Tigri tamil" giudicate a Bellinzona
Sono accusate di aver sostenuto finanziariamente la guerriglia contro l'esercito dello Sri Lanka per anni

BELLINZONA - Comincerà il prossimo 6 giugno al Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona il processo a carico di 13 persone accusate di aver sostenuto finanziariamente per anni le Tigri per la liberazione dell'Eelam Tamil (LTTE) in guerra contro l'esercito dello Sri Lanka.

La Corte penale a tre giudici ha previsto una ventina di giornate di dibattimenti, fino al 27 luglio, indica il TPF sul suo sito internet.

Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) aveva rinviato a giudizio i tredici imputati, residenti in Svizzera, Germania e Sri Lanka, nel luglio 2016. Le accuse vanno dal sostegno o partecipazione a un'organizzazione criminale alla truffa, dall'estorsione alla falsità in documenti, fino al riciclaggio di denaro.

Le attività illecite sarebbero durate una decina di anni, tra il 1999 e la sconfitta della guerriglia tamil nel maggio 2009, e avrebbero consentito di raccogliere, tra la comunità tamil in esilio circa 15 milioni di franchi tramite un sistema sofisticato di crediti al consumo.

Secondo quanto appurato dalla Procura federale e indicato a luglio, all'epoca dei fatti l'LTTE (Liberation Tigers of Tamil Eelam) - «che è presumibilmente da considerare un organizzazione terroristica secondo l'art. 260ter CP» - operava in Svizzera sotto il nome di copertura "World Tamil Coordinating Committee (WTCC)" e agiva tramite suoi rappresentanti cantonali. Con il progredire della guerra civile in Sri Lanka l'organizzazione necessitava sempre più di fondi. È stato così sviluppato «un metodo per ottenere rapidamente e sistematicamente denaro da tamil residenti in Svizzera».

Per farlo, l'organizzazione convinceva membri della diaspora tamil residenti in Svizzera a concludere contratti di credito al consumo per un ammontare fino a 100'000 franchi e a consegnare in seguito i fondi al WTCC.

Per consentire l'accesso ai crediti, due intermediari finanziari avrebbero fabbricato e utilizzato certificati di salario falsi e, quindi, fuorviato gli istituti bancari interessati in merito alla situazione finanziaria dei destinatari. I corrieri trasportavano successivamente i fondi in contanti a Singapore e Dubai. In questo modo, ogni mese importi di fino a un milione di franchi finivano all'estero per finanziare, tra l'altro, l'acquisto di armi. Nel 2009, alla sconfitta militare dell'LTTE e dopo che la diaspora ha smesso di rimborsare i crediti, il sistema di finanziamento è crollato.

L'inchiesta elvetica era stata contrassegnata, nel gennaio 2011, da una maxi retata condotta dalla polizia giudiziaria federale in collaborazione con diverse polizie cantonali. Nell'operazione erano state effettuate 23 "perquisizioni immobiliari" in 10 cantoni e arrestati 10 presunti membri delle Tigri tamil, poi liberati nei due mesi successivi.

La Procura federale aveva allora parlato di «enormi pressioni», minacce e tentativi di estorsione da parte delle Tigri per costringere membri della comunità tamil a finanziare la guerriglia, obbligandoli a contrarre debiti che superavano notevolmente la loro capacità finanziaria.

Nel settembre 2012 una delegazione dell'MPC e della polizia giudiziaria federale si era poi recata nello Sri Lanka per interrogare una quindicina di testimoni.

 

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