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SOLETTAIl suo stupratore risarcito con 100.000 franchi?

04.04.17 - 13:32
Una giovane ha subito abusi da un uomo quando aveva solo 8 anni. Il suo aguzzino, scarcerato, potrebbe mettere le mani su una miniera d'oro per aver trascorso troppo tempo dietro le sbarre
Il suo stupratore risarcito con 100.000 franchi?
Una giovane ha subito abusi da un uomo quando aveva solo 8 anni. Il suo aguzzino, scarcerato, potrebbe mettere le mani su una miniera d'oro per aver trascorso troppo tempo dietro le sbarre

SOLETTA - La vita di Selina* è cambiata per sempre da quell'agosto del 2006 a Starrkirch-Wil (SO). Qui W.*, un uomo di 43 anni, l'ha attirata nel capannone di un cantiere per violentarla. All'epoca la solettese aveva solo 8 anni.

Il suo aggressore è stato rilasciato lo scorso anno nonostante, per le autorità, sia a rischio recidiva e incurabile.

Tuttavia, secondo delle indagini condotte dalla "SonntagsZeitung", l'avvocato di W. ha chiesto per il suo assistito un risarcimento di 100.000 franchi per i troppi anni trascorsi dietro le sbarre (vedi box).

Per Selina, che oggi ha 18 anni, questa eventualità è inaccettabile: «Quando ho sentito di questa storia mi sono infuriata. Non ci potevo credere. Ancora oggi ricordo tutto quello che è successo quel giorno. A volte mi sveglio in preda al panico, con il cuore in gola. Ho degli incubi a causa di quello che mi ha fatto».

«Sono stata malissimo quando è tornato in libertà» - La giovane, intervistata dai colleghi di "20 Minuten", non nasconde le sue angosce: «Mi sono sentita molto male quando è tornato in libertà, lo scorso novembre. Era già uscito di prigione, quando mi hanno avvertito».

La solettese, apprendista in una panetteria, fatica a parlare dell'aggressione. «Mi ricordo che stavo saltando sul trampolino nel nostro giardino quando W. mi fece i complimenti. Sorrise e mi disse che stavo saltando bene. Poi mi chiese se volevo ascoltare della musica prima di portarmi in un capannone in costruzione non lontano da casa nostra. Lì successe tutto». Quello che irrita maggiormente la ragazza è il fatto che W. le abbia sempre attribuito la colpa per quanto accaduto. «Ancora oggi afferma che io l'ho sedotto e gli ho abbassato i pantaloni».

«A scuola mi trattavano da p ***» - Selina è in terapia da più di dieci anni: «A volte dimentico. poi ci sono giorni che vado in pezzi e non voglio vedere nessuno». In questi momenti a correrle in aiuto ci pensano il suo cane e la sua chitarra. A farle male, in tutti questi anni, sono stati i commenti delle persone vicine. «Dei vicini arrivarono a dirmi che non era così grave, che capita tutti i giorni. E a scuola mi trattavano da p ***».

Aggressore sorvegliato via GPS - L'intera vicenda sarà presto trattata dalla giustizia solettese. Poco dopo la scarcerazione di W., il pubblico ministero ne ha chiesto l'internamento. Secondo la "Aargauter Zeitung", il 43enne oggi vive in un appartamento, monitorato tramite un GPS. Segue una terapia psichiatrica.

* nomi noti alla redazione

1 anno e 5 mesi di troppo dietro le sbarre

Il Tribunale federale ha recentemente deciso che il Canton Soletta dovrà versare un indennizzo all’aggressore di Selina per aver trascorso 1 anno e 5 mesi di troppo in prigione. Il suo avvocato chiede una somma di 200 franchi al giorno, che equivalgono a un totale di 100’000 franchi. Il Tribunale dovrà dunque pronunciarsi sull’entità esatta dell’indennizzo che gli verrà versato.

Nel maggio 2015, l’uomo aveva scontato i 5 anni di misure terapeutiche istituzionali che gli erano stati inflitti nel 2010. A quel punto le autorità avevano chiesto che la sua terapia fosse prolungata, ma la giustizia non ha potuto decidere poiché priva di una perizia psichiatrica. Per non liberare l’aggressore di Selina prima di una decisione della giustizia, le autorità avevano dunque deciso di mantenerlo in detenzione. Nel settembre dell’anno scorso, un tribunale aveva infine deciso per la liberazione dell’uomo. Nel suo giudizio, il Tribunale federale ha reputato che la detenzione per motivi di sicurezza non era giustificata, e quindi che l’uomo ha diritto a un risarcimento.

Perché è stato liberato malgrado il rischio di recidiva?

In Svizzera, una persona può essere condannata a misure terapeutiche istituzionali unicamente se esistono delle possibilità di riuscita. In questo caso, le autorità cantonali avevano chiesto che le misure terapeutiche fossero prolungate perché pensavano che l’uomo potesse essere curato. Qualche mese più tardi, il giudici del Tribunale di Soletta, basandosi sulla perizia psichiatrica, hanno stabilito che l’aggressore di Selina non potesse essere curato. Non hanno dunque avuto altra scelta che liberarlo.

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