Una pratica pericolosa sembra essere di moda nel carcere di Champ-Dollon
GINEVRA - Muscoli, ogni giorno sempre più gonfi. È questo il desiderio di alcuni detenuti del carcere di Champ-Dollon, a Puplinge (GE), che non hanno esitato a mettere a serio rischio la loro salute per dei bicipiti più grossi.
Stando a la "Tribune de Genève" alcuni carcerati userebbero iniettarsi l'olio d'oliva nelle braccia. A scoprirlo è stata una equipe dell'unità di medicina penitenziaria e ospedaliera.
«È la prima volta che veniamo a sapere di questa pratica», afferma al quotidiano ginevrino Laurent Gétaz, medico aggiunto. Lo specialista ricorda che questa pratica può portare a seri problemi: «Il liquido ristagna nei compartimenti muscolari e dà una sensazione di gonfiore, finché non viene assorbito. Ciò può provocare ascessi e persino distruggere i muscoli. Inoltre, condividere la stessa siringa può favorire la trasmissione di malattie quali epatite o HIV».
Informata, la direzione del carcere ha preso provvedimenti. L'olio d'oliva era accessibile ai detenuti grazie alle visite di amici o parenti, ma è anche acquistabile nello spaccio del penitenziario.
Oscura è invece l'origine delle siringhe. «Non so come possano essere riusciti ad averle», ammette Laurent Gétaz.
Secondo il medico è possibile che gli aghi possano essere stati prestati da altri detenuti che beneficiano di un programma di scambio di siringhe (grazie ai quali un tossicodipendente può ottenere una siringa pulita in cambio di una usata), ma questa resta solo un'ipotesi.