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SAN GALLOSpezzato il sogno di Marija: «Arrestata e presto espulsa»

13.02.17 - 20:02
Lo scorso novembre l'ufficio della migrazione sangallese aveva deciso di espellere la 17enne serba. Oggi il contestato provvedimento pare inevitabile, nonostante la ragazza sia perfettamente integrata
20 Minuten
Spezzato il sogno di Marija: «Arrestata e presto espulsa»
Lo scorso novembre l'ufficio della migrazione sangallese aveva deciso di espellere la 17enne serba. Oggi il contestato provvedimento pare inevitabile, nonostante la ragazza sia perfettamente integrata

SARGANS - Il sogno di rimanere in Svizzera della giovane Marija si è spezzato questa mattina. «La polizia è venuta a prelevarla dalla casa della madre a Sargans», spiega l'avvocato della 17enne serba a 20 Minuten. «La giovane è attualmente detenuta in carcere in attesa di espulsione. Dovrà tornare nel proprio paese d'origine dal padre», precisa il legale.

L'odissea della giovane era iniziata a novembre quando l'ufficio della migrazione sangallese aveva deciso di espellerla dal nostro paese in quanto la 17enne non disponeva dei permessi necessari. L'adolescente, che avrebbe dovuto iniziare un apprendistato all'Ospedale cantonale di Glarona, sta attualmente svolgendo uno stage presso una famiglia del Liechtenstein. 

«Diverse possibilità di lasciare il Paese» - René Hungerbühler, vice direttore dell'Ufficio della migrazione di San Gallo, ha confermato il fermo della giovane. «Marija è stata posta in detenzione in attesa di essere espulsa». Il vice direttore precisa che il ricorso presentato dall'avvocato non permette un rinvio. «La giovane ha avuto diverse possibilità per lasciare da sola il Paese». Hungerbühler fa pure notare che l'adolescente si è recata recentemente in Serbia per procurarsi dei documenti. «La sua espulsione è stata esaminata e confermata dal Tribunale federale. Le verifiche effettuate mostrano che può vivere con suo padre».

«Maltrattamenti documentati» - Ma il ritorno nel paese d'origine non sarebbe un'opzione praticabile per la giovane che non saprebbe dove alloggiare. «Il padre la picchiava», ricorda il suo ex allenatore di calcio. «I maltrattamenti subiti dalla ragazza sono documentati in Serbia. Abbiamo domandato alle autorità serbe di farci pervenire il dossier per mostrarlo alle autorità elvetiche». La giovane, ricordiamo, aveva raggiunto la madre nel 2014. Ma non ha mai ottenuto il permesso di soggiorno perché sua mamma aveva fatto scadere il termine prescritto dalla legge per la presentazione di una domanda di ricongiungimento famigliare.

 

 

 

 

 

 

 

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