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La donna 29enne e il suo compagno giamaicano, controllati dalle Guardie di Confine di Basilea, vengono fatti scendere dal bus. L'autista riparte senza di loro. L'odissea per raggiungere l'aeroporto
BASILEA - Elena Cancela, una zurighese di 29 anni, ha vissuto una brutta avventura lo scorso 3 agosto. La donna stava accompagnando a Bruxelles il suo compagno giamaicano. Nella capitale belga, l’uomo avrebbe dovuto prendere un volo per tornare nel paese caraibico dopo la visita all’amica. Per raggiungere l’aeroporto, la coppia decide di prendere un bus della compagnia Flixbus. E questa scelta ha fatto iniziare il loro calvario.
Controllo bagagli - Alle 9.00 di mattina, il veicolo lascia Zurigo. Un’ora e mezza più tardi raggiunge la dogana franco-svizzera di Saint-Louis, vicino a Basilea. «Le guardie di frontiera sono salite sul nostro mezzo. Hanno controllato i nostri passaporti e ci hanno fatto scendere per esaminare i nostri bagagli» - racconta Elena a 20 Minutes.
Il bus riparte - «Mentre i doganieri stavano controllando le nostre valigie, il bus si è messo in moto ed è ripartito. Non erano passati che 5 minuti» - esclama la zurighese. Una funzionaria delle dogane francesi, testimone della scena, è allora venuta in soccorso ai due. «Ci ha subito detto che avrebbe contattato la compagnia per farci venire a prendere». La donna ha pure evidenziato che Flixbus non aveva mai commesso degli errori simili. «Controlliamo la compagnia ogni giorno. Hanno semplicemente commesso uno sbaglio».
«Errore del passeggero» - Ma Flixbus, invece, non ha voluto sentire ragioni. «Mi hanno risposto che è stato un mio errore. Che non avrei dovuto scendere dal bus» - prosegue un'arrabbiata Elena. Il risultato? La coppia è rimasta bloccata alla frontiera, senza mezzi per proseguire il loro viaggio.
Il buon cuore del capo doganiere - Circa 2 ore e mezza dopo, il capo dei doganieri francesi, toccato per la loro storia, decide di aiutarli, accompagnandoli alla più vicina stazione ferroviaria.
Corsa contro il tempo - La coppia riesce quindi a prendere un treno per Bruxelles. Con il tempo contato. «Il visto del mio amico era valido solo fino al 4 agosto. Il volo per la Giamaica partiva alle 8.00 del mattino. Dovevamo assolutamente raggiungere l’aeroporto in tempo».
In anticipo - Missione compiuta. Il treno raggiunge la stazione della capitale belga alle 18.30. Ben prima dell’orario d’arrivo previsto dal bus (3.30 del 4 agosto). Ma questo anticipo comporta altri costi per la coppia. «Abbiamo dovuto prendere una camera d’albergo. Quindi, oltre ai 119 euro spesi per il bus abbiamo dovuto pagarne 285 per i biglietti del treno e 89 per l’alloggio».
«Un malinteso» - La compagnia Flixbus, contattata da 20 Minuten, conferma il caso. «Secondo il nostro autista i doganieri hanno chiesto di vedere i bagagli. Poi non hanno dato nessuna altra informazione. Ha pensato che la coppia non potesse più risalire» - spiega il portavoce della compagnia. «Si è trattato di un malinteso».
«Procedura chiara» - Ma le dogane francesi la vedono in maniera diversa. «La procedura prevede che l’autista aspetti che le Guardie di confine gli comunichino se i passeggeri possano risalire o meno. In questo caso, evidentemente, non è stato così. È la prima volta in quindici anni che vedo una cosa simile. Controlliamo giornalmente i passeggeri di Flixbus e di solito le cose vanno lisce e in maniera rapida» - dichiara il portavoce delle Guardie di confine Jean-Claude Pacaud.
Per quanto riguarda il rimoborso della zurighese e del suo amico, l’impresa si trincera dietro un «no comment».
