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BERNAProcesso all'Isis, chiesti 7 anni e mezzo per due imputati

01.03.16 - 19:20
Sono ritenuti membri o sostenitori dell'Isis e accusati di aver pianificato un attentato terroristico
Processo all'Isis, chiesti 7 anni e mezzo per due imputati
Sono ritenuti membri o sostenitori dell'Isis e accusati di aver pianificato un attentato terroristico

BERNA - Il pubblico ministero ha chiesto una pena di sette anni e mezzo per due dei quattro iracheni a processo da ieri al Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona, ritenuti membri o sostenitori dell'Isis e accusati di aver pianificato un attentato terroristico. Per gli atri due sono stati richiesti 5 anni e mezzo e due anni e mezzo di carcere.

Per la rappresentante del Ministero pubblico della Confederazione i quattro iracheni hanno abusato continuamente dell'aiuto sociale elvetico e nel corso del procedimento hanno creato "un castello di menzogne".

Secondo l'accusa il principale imputato, un 29enne in sedia a rotelle, ha aderito già nel 2004 in patria a un'organizzazione terroristica islamica da cui era poi nato il sedicente Stato islamico dell'Iraq (Isis). Dopo il suo arrivo in Svizzera nel 2012 l'uomo avrebbe mantenuto contatti con l'organizzazione e pianificato attentati insieme a un coimputato e a una terza persona che doveva arrivare dall'estero.

Tre degli iracheni, arrestati nel 2014, sono accusati anche di aver fornito aiuto per giungere in Europa ad altri membri dell'Isis, di aver svolto compiti di coordinamento, fatto propaganda per l'organizzazione terroristica, dato istruzioni e fornito consigli operativi. Il quarto imputato, coinvolto nel procedimento penale nel luglio del 2015, si sarebbe tra l'altro recato in Siria per portare ricetrasmittenti allo Stato islamico.

Per la procura federale il principale imputato, che oggi ha continuato ad eludere le domande e a contestare le accuse, ha mostrato di avere una grossa energia criminale, con "moventi deprecabili", e di aver abusato del diritto di ospitalità svizzero.

Ha inoltrato una richiesta d'asilo nel 2012 fornendo dati falsi, ha sostenuto di essere stato ferito da terroristi ed è stato operato varie volte al Centro svizzero per paraplegici di Nottwil (LU). Dal suo arresto, due anni or sono, egli ha non ha risposto ad alcuna domanda in modo chiaro, coerente e senza contraddizioni, ha precisato il pubblico ministero.

Il 29enne è tra l'altro accusato di aver fornito aiuto ad Abu Hajer, un presunto sostenitore dello Stato islamico; aiuto poi prestato anche dopo l'arrivo nella Confederazione. Secondo la rappresentante dell'accusa, Abu Hajer avrebbe fatto parte di gruppi armati con i quali nel febbraio del 2014 il principale imputato era ancora in contatto.

Quest'ultimo ha affermato che la sua intenzione era di ricevere documentazione per mostrare all'opinione pubblica le insopportabili condizioni di detenzione in "carceri segrete" irachene. Ha anche affermato che suo fratello era scomparso in queste prigioni.

Anche il secondo principale accusato - ha aggiunto la procuratrice - ha manifestato disprezzo per la Svizzera, ma malgrado ciò ha approfittato volentieri del sistema sociale della Confederazione. Inoltre ha continuato a cambiare le sue deposizioni affinché fossero quanto più a lui favorevoli.

Il processo proseguirà domani con le arringhe dei difensori. La sentenza sarà resa nota il 18 marzo.

 

 

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