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GINEVRAGli trovano un arsenale in casa: “Non sono come Breivik”

14.12.15 - 13:11
Aveva in casa armi, testi estremi e una bandiera del Reich il giovane fermato giovedì dalle autorità. Lui si difende: “Sono un collezionista, è tutto in regola”
Gli trovano un arsenale in casa: “Non sono come Breivik”
Aveva in casa armi, testi estremi e una bandiera del Reich il giovane fermato giovedì dalle autorità. Lui si difende: “Sono un collezionista, è tutto in regola”

GINEVRA - Diversi kalashnikov, mitragliatori M16, pistole Glock, varie armi da taglio e fucili d’epoca. Un “impressionante arsenale”, quello che le autorità hanno ritrovato in casa di un privato ginevrino, che ha fatto ancora più scalpore considerando lo stato di massima allerta terrorismo in cui si trova la città. Il 27enne proprietario della suddetta Santa Barbara, definito dal procuratore generale di Ginevra Olivier Jornot “un fanatico survivalista vicino agli ambienti di destra estrema”, risponde al nome di Behnam Najjari è svizzero di origini straniere e di religione musulmana.

Lui giura: “È tutto in regola” - Sulla sua pagina Facebook campeggiano in bella vista (e sul profilo) foto di armi, ritratti in divisa militare dell’esercito rossocrociato. Un amore per le armi probabilmente eccessivo il suo ma, almeno secondo lui, ben lungi dall’essere illegale: “È tutto in regola”, conferma il giovane a Le Matin. Addirittura, sempre secondo lui, “non ho mai nascosto niente, anzi, ho addirittura chiesto aiuto alle autorità per traslocarle quando due mesi fa dei ladri hanno tentato di entrarmi in casa”.

Anche una bandiera del Reich - Nel suo deposito personale, oltre a fucili e pistole, un’enorme bandiera nazista e una biblioteca che sembra abbia particolarmente impressionato gli inquirenti: dai testi di estrema destra fino a quelli di estrema sinistra passando per i tomi-cardine di diverse religioni monoteiste. “Sono un collezionista”, conferma sempre a Le Matin, “mi appassionano la storia militare e non solo. Ma non sono assolutamente un Anders Breivik come mi hanno dipinto loro”.

“La mia missione? Riuscire a pagare le bollette” – Behnam ora è libero ma giovedì, il giorno più caldo dell’emergenza terrorismo sul Lemano, è rimasto sotto torchio per otto ore. “Avevano bisogno di un capro espiatorio”, sostiene lui, “Visto che non avevano trovato ancora nessuno, chi meglio di me? Un ragazzo con un sacco di armi in casa. Ad un certo punto mi hanno chiesto: qual è la tua missione? Io gli ho risposto: riuscire a pagare le bollette entro la fine del mese”.

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