E' il numero più alto mai registrato finora. Ed ora gli ospedali corrono ai ripari
BERNA - L'unica struttura sanitaria della Svizzera che registra in modo sistematico tutti i casi di pazienti contagiati da virus influenzali in ambito ospedaliero è l'ospedale universitario di Ginevra. Sono stati in tutto 478 i casi di influenza trattati lo scorso inverno. Oltre un terzo dei contagi è avvenuto all'interno dell'ospedale. Un numero mai così alto registrato finora.
Poiché vi è soltanto Ginevra che monitora in modo preciso il fenomeno, per il resto della Svizzera non si può fare altro che procedere a delle stime. Didier Pittet, professore e primario all'ospedale di Ginevra, ritiene che il numero di contagi è importante: "Si deve partire dal presupposto che, lo scorso inverno, a livello svizzero sono morti almeno 500 pazienti per influenza in ambito ospedaliero", ha dichiarato Pittet alla "Sonntags Zeitung". Il Blick fa un paragone: nel 2014 sono state 250 le persone decedute a causa di un incidente stradale in tutta la Svizzera.
Una delle ragioni che spiega questo aumento, sarebbe da individuare nella mancanza di misure precauzionali. Soltanto in taluni reparti ospedalieri è obbligatorio indossare una mascherina protettiva. Inoltre vi è un altro dato che spiega il fenomeno. La percentuale di personale ospedaliero vaccinato in Svizzera è del 20% soltanto. Un vaccino ritenuto importantissimo per la tutela del paziente.
In Svizzera tedesca si sta già pensando a delle contromisure, come per esempio, il divieto di visita in ospedale per i bambini piccoli durante la stagione dell'influenza. A chiedere questo provvedimento è il professor Andreas Widmer dell'ospedale universitario di Basilea.
All'ospedale universitario di Berna si introdurrà l'obbligo di portare la mascherina protettiva al personale ospedaliero che non si è sottoposto al vaccino. Inoltre, sempre a Berna, si migliorerà la procedura di registrazione dei casi di influenza in ambito ospedaliero. A Zurigo sta per partire un nuovo progetto con un cosiddetto "tracking-chip", attraverso il quale si potrà individuare il luogo in cui il paziente si è contagiato.