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37 persone si sono recate in Siria e in Iraq, 25 in Afghanistan, Pakistan, Yemen o Somalia
BERNA - Sono attualmente 62 i presunti jihadisti partiti dalla Svizzera per combattere all'estero, contro i 56 a fine novembre. Secondo il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC), che ha pubblicato oggi i dati aggiornati, questo incremento indica che il fenomeno è in aumento, ma anche che la collaborazione fra le autorità per individuare i potenziali jihadisti funziona.
Dal 2001 a oggi sono state segnalate in totale 62 partenze verso zone di conflitto. 37 persone si sono recate in Siria e in Iraq, 25 in Afghanistan, Pakistan, Yemen o Somalia. Alcune persone si trovano ancora nel medesimo luogo, 8 sono decedute (di cui 5 confermate), altre si stanno spostando all'interno delle zone di conflitto o sono rientrate in Svizzera, precisa un comunicato.
Ai 56 casi segnalati a novembre, si sono aggiunti 8 nuovi casi. Due però sono già repertoriati come "non confermati" e stralciati dall'elenco per "mancanza di motivazioni jihadiste".
In totale 19 persone sono rientrate in Svizzera dopo un viaggio sospetto nelle zone di conflitto. 16 casi sono stati classificati come "non confermati" perché non vi sono riscontri di finalità jihadiste o non è stato possibile individuare con certezza la destinazione del viaggio. Il SIC continua comunque ad indagare.
L'incitazione alla violenza e alla jihad sul web da parte di persone probabilmente residenti in Svizzera sta assumendo dimensioni preoccupanti, afferma la nota. Il SIC collabora con le autorità competenti di Confederazione e cantoni per identificare persone e moventi sospetti.
Nel maggio 2013, erano in totale una ventina le persone partite dalla Svizzera con possibili intenti jihadisti. Un anno dopo il loro numero era già salito a 40.
