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Lo ha stabilito il Tribunale federale in una sentenza
LOSANNA - Giusto informare spontaneamente le autorità penali estere, anche in assenza di un procedimento aperto in Svizzera. Lo ha stabilito il Tribunale federale, che in una sentenza diffusa oggi respinge il ricorso presentato da tre titolari di conti bancari sospetti, due dei quali risiedono in Colombia.
Nel 2012, una banca elvetica aveva segnalato l'esistenza di transazioni sospette all'Ufficio di comunicazione in materia di riciclaggio di denaro (MROS). Quest'ultimo aveva poi denunciato il caso presso il Ministero pubblico di Zurigo.
Senza aver avviato un procedimento penale, un procuratore del cantone aveva deciso di trasmettere spontaneamente alla Colombia le informazioni fornite dal MROS.
La domanda di assistenza giudiziaria inoltrata successivamente dalle autorità di Bogotà è sfociata nel maggio 2013 nella consegna agli inquirenti colombiani di documenti sequestrati in relazione con i conti bancari sospetti.
I tre titolari hanno contestato la trasmissione spontanea delle informazioni, affermando che quest'ultima non è lecita in assenza di un'inchiesta penale avviata in Svizzera, una condizione prevista dall'art. 67a della legge federale sull'assistenza internazionale in materia penale (AIMP).
Interpretando tale articolo, il TF ritiene che l'avviamento di un'inchiesta o di una procedura penale in Svizzera non rappresentano una condizione imperativa per la trasmissione spontanea di informazioni.
L'autorità cantonale - precisano i giudici federali - ha potuto procedere ad una valutazione del caso sulla base della denuncia del MROS e in presenza di sufficienti sospetti di riciclaggio. La natura delle informazioni trasmesse - conclude la Corte - ha inoltre permesso alla Colombia di inoltrare una domanda di assistenza giudiziaria.
ats
