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BASILEA/ VICENZA"Le date e i segreti che hanno portato alla morte di Oriella"

07.03.14 - 07:30
Dopo la misteriosa eutanasia alla ricca 85enne vicentina, l’associazione svizzera Life Circle si difende dalle pesanti accuse dei media. Gli ultimi secondi di vita della donna e l’inizio del suicidio assistito sarebbero stati filmati
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"Le date e i segreti che hanno portato alla morte di Oriella"
Dopo la misteriosa eutanasia alla ricca 85enne vicentina, l’associazione svizzera Life Circle si difende dalle pesanti accuse dei media. Gli ultimi secondi di vita della donna e l’inizio del suicidio assistito sarebbero stati filmati

BASILEA/ VICENZA – C’è un testamento che aspetta di essere aperto. C’è un signore che rischia il carcere perché ha accompagnato la sua ricca amica anziana alla morte. E c’è un’associazione svizzera, la Life Circle di Biel-Benken, su cui gravano accuse pesantissime. Perché, stando ai famigliari della defunta, la Life Circle avrebbe concesso l’eutanasia alla signora Oriella Cazzanello, 85 anni, da Arzignano (Vicenza), anche se le donna non soffriva di una malattia grave. Leggerezza? Cinismo? Difficile stabilirlo. Quello che è certo è che ora la Life Circle della dottoressa Erika Preisig, nota anche per essere stata legata alla controversa eutanasia del magistrato Pietro D’Amico, si fa sentire.  “In Svizzera la legge consente di aiutare una persona nella morte volontaria assistita, purché non esistano motivi egoistici”, fanno sapere quelli della Life Circle e della Eternal Spirit, fondazione correlata, tramite un comunicato.

Una fine programmata - Poi, dopo avere spiegato che Life Circle, grazie alla fondazione, assicura l’eutanasia anche a chi non avrebbe i mezzi finanziari per permettersela, si entra nei dettagli. La signora Cazzanello è morta a Biel-Benken lo scorso 30 gennaio. “La relativa domanda era stata presentata alla fondazione Eternal Spirit il 2 settembre del 2013. La signora era inoltre socia dal gennaio 2013 dell’Associazione Exit Italia, presso la quale aveva anche sottoscritto un testamento biologico”. Oriella Cazzanello è stata, dunque, in contatto per mesi con Life Circle. “Durante questo tempo è stata motivata a continuare a vivere, prima che il suo desiderio di morire fosse accolto. Si è tenuto conto della capacità di intendere e di volere della donna, della durata e della persistenza della sua richiesta di morire, dell’assoluta mancanza di qualsiasi influenza esterna, oltre che della verifica dei sintomi della malattia descritti dalla paziente”.

Tre giorni di accertamenti - Gli accertamenti sarebbero stati eseguiti in Svizzera e sarebbero durati tre giorni. “La signora Cazzanello ha dovuto sostenere due pernottamenti in albergo, in condizioni non facili per il suo stato di salute. Per tutto il tempo ha dovuto essere assistita. Dopo due giorni di visite mediche, è stata trasferita nell’alloggio di Eternal Spirit a Basilea dove avvengono gli accompagnamenti. Anche lì ha dovuto confermare, ancora una volta, per iscritto il proprio desiderio di morire”. In quel momento erano presenti la dottoressa Erika Preisig e uno dei volontari per l’accompagnamento alla morte volontaria, che ha filmato le dichiarazioni della paziente a conferma della sua capacità di intendere e di volere e l’inizio dell’infusione per mano della signora Cazzanello”.

Filmati in procura - La fondazione consegna le riprese in occasione di ogni morte volontaria assistita alla procura, in modo da fugare ogni dubbio sul fatto che l’accompagnamento sia avvenuto in osservanza delle leggi e dei decreti federali e cantonali. “Per ciò che riguarda lo stato di salute della signora Cazzanello vige il segreto professionale del medico. Nessun socio sano viene, tuttavia, accompagnato alla morte volontaria assistita dalla Eternal Spirit”.
Parenti fantasma - Per quanto riguarda le informazioni ai parenti, la fondazione si attiene alle chiare direttive del defunto. “La signora Cazzanello disse di non avere più alcun parente, che l’ultimo nipote era morto da due anni e che, pertanto, non c’era nessuno da informare della sua morte. Malgrado ciò la dottoressa Preisig ricevette il 6 febbraio 2014 una telefonata dalla cognata della defunta, che voleva sapere se la signora Cazzanello era morta a Basilea nell’ambito di una morte volontaria assistita. La cosa le fu confermata dalla dottoressa Preisig. Da parte della fondazione i parenti hanno sempre un’ampia informazione. Quando è possibile, anche prima della fase dell’accompagnamento. Il contatto diretto con i parenti è gradito e i parenti stretti hanno sempre la possibilità di chiedere informazioni in qualsiasi momento”.

Paura di non essere capiti - Tuttavia, la Life Circle non obbliga i soci ad informare i loro parenti in merito al proprio desiderio di morire. “Bisogna tener conto del fatto che in Italia, secondo l’attuale situazione legale, le persone che aiutano un amico o un parente al suicidio o alla morte volontaria assistita possono essere condannate ad anni di carcere. Inoltre, le persone che progettano una morte volontaria assistita potrebbero venire ricoverate forzatamente in reparti di psichiatria con l’accusa di costituire una minaccia per sé stesse. Molti italiani temono questo e non vogliono rischiare di essere segnalati, dando informazioni ai propri parenti. Così accade spesso che le persone dicano di non avere parenti per tenerli all’oscuro”. Qualcosa di più sulla vicenda si saprà nelle prossime ore, con l’apertura del testamento della signora Cazzanello. (RED)

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