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TURGOVIAUn padre abusa del figlio: ecco cosa accade nella mente del bimbo

27.11.13 - 20:00
L'uomo ha pure permesso che altri uomini abusassero del bambino. Ecco l'inquietante descrizione di ciò che è accaduto nella mente del bambino. "Suo padre per lui è un buon padre"
Foto d'archivio (Keystone)
Un padre abusa del figlio: ecco cosa accade nella mente del bimbo
L'uomo ha pure permesso che altri uomini abusassero del bambino. Ecco l'inquietante descrizione di ciò che è accaduto nella mente del bambino. "Suo padre per lui è un buon padre"

FRAUENFELD - Daniel Jung è un avvocato con anni di esperienza alle spalle. Prima di intraprendere questa carriera è stato per 13 anni giudice istruttore. Di casi così gravi, come quello del bambino di 7 anni che ha subito abusi sessuali dal padre, non ne aveva mai visti. E' raccapricciante la vicenda approdata ieri al Tribunale distrettuale di Münchwilen riunito a Sirnach, nel canton Turgovia, e conclusasi con la condanna a 13 e 9 anni e mezzo di reclusione per i due imputati. "Supera ogni limite dell’immaginazione. Egli non è un essere umano - ha detto riferendosi al 35enne alla sbarra che all'epoca risiedeva nel canton Turgovia, insieme al figlioletto di 7 anni - E' una macchina. Una macchina del sesso".

Tobias, un bambino schietto e a modo - Oggi Tobias, è questo il nome di fantasia scelto dal Tages-Anzeiger, ha 13 anni. Daniel Jung, il suo avvocato, lo ha incontrato per la prima volta quando di anni ne aveva soltanto 7. Allora era un bambino schietto, candido, a modo. Ma che non riusciva a mantenere le distanze. Cercava sempre il contatto fisico. A tal proposito, Rosmarie Barwinski, direttore dell'Istituto Svizzero psicotraumatologico, ha raccontato che, come una scimmietta, Tobias si era attaccato a Daniel Jung. "Un comportamento frequente tra i bambini che hanno subito abusi" ha osservato Barwinski.

"Più è giovane la vittima di attacchi, più gravi sono i danni subiti" - "Le vittime di abusi non conoscono la “vicinanza emotiva” ed è per questo motivo che essa viene scambiata con la vicinanza di tipo fisico, corporale. Una situazione, quella descritta, che dimostra la presenza di un pesante trauma relazionale" ha detto la Barwinski, che ha aggiunto: "Più è giovane la vittima di attacchi, più gravi sono i danni subiti". "La discrepanza tra le possibilità di superamento del trauma e la gravità del trauma è, al contrario degli adulti, molto grande". Barwinski ha spiegato al Tages-Anzeiger che risulta molto difficile alle giovani vittime l'elaborazione degli atti subiti: “un'elaborazione che richiede moltissimo tempo."

"Il papà è in prigione per cose proibite" - Nell'estate del 2008, in occasione del primo incontro tra l'avvocato Daniel Jung e Tobias, il bambino sapeva che il padre si trovava in prigione. "Per cose che sono proibite" aveva risposto allora. Il bambino, subito dopo l'arresto del padre, avvenuto nel maggio del 2008, era stato collocato in un istituto di accoglienza per minori del canton Argovia. La madre, anch'essa di nazionalità tedesca, era in carcere per truffa e il figlio era stato affidato al padre.

La notte di Tobias: incubi e paura - Nell'istituto Tobias si era integrato velocemente e si trovava bene nella famiglia che lo aveva accolto. Il bambino aveva iniziato una terapia psichiatrica. Ma è durante la notte che si manifestavano i sintomi del trauma subito: si faceva la pipì addosso, urlava, piangeva, sudava durante i suoi incubi che lo facevano svegliare. Condizione psicologica di un bambino che, come è stato definito da un perito psichiatrico, si trovava in una situazione di conflitto interiore, un'ambivalenza, in cui a prevalere sono "rabbia, disperazione, senso di colpa, tristezza, paura e sentimento di impotenza".

Tornava dal bagno con i pantaloni abbassati - Un paio di mesi prima dell'arresto del padre avvenuto nel Canton Argovia, quando ancora il bambino abitava insieme a lui nel canton Turgovia, si erano già mostrati chiari i segnali delle difficoltà del fanciullo. Sintomi di un trauma profondo, che si manifestavano anche a scuola. Tobias andava in bagno e tornava in aula senza pantaloni. Palpeggiava i genitali dei suoi compagni  e soffriva di incontinenza. Non riusciva a trattenere le feci e l’urina mentre era seduto sul banco di scuola.

Due anni dopo il primo incontro con Daniel Jung, il bambino sta meglio. Ormai ha tredici anni ed ha già in chiaro quello che vorrà fare da grande: il falegname. "Si trova in una buona fase nell'elaborazione degli abusi subiti" ha detto Jung. A 13 anni però, con l'entrata nella fase adolescenziale, per Tobias, che continua a seguire sedute psicoterapeute, le cose non saranno facili.  Ha spiegato il direttore dell'Istituto Svizzero psicotraumatologico: “Chi ha subito traumi così terribili da bambino,  da adulto è più alto il rischio che possa anch'esso cadere in questa spirale e passare da vittima a esecutore”.

Tobias espulso e trasferito in Germania: "Scandaloso" - Da qualche settimana Tobias vive in un istituto in Germania. "Dopo cinque anni trascorsi nel Canton Argovia, le autorità hanno deciso che lo Stato tedesco debba assumersi costi e spese generati dal caso Tobias" ha spiegato Jung, che ritiene questa una decisione "incomprensibile". "Per Tobias è molto più difficile instaurare rapporti di fiducia nei confronti del prossimo dopo essere stato pesantemente abusato dalla persona a lui più vicina". E nonostante ciò Tobias era riuscito ad allacciare nuove relazioni di amicizia. "In questo modo - ha continuato Jung - riferendosi all'espulsione del ragazzo dalla Svizzera , si è, ancora una volta, interrotto quel percorso di capacità  relazionale" che stava costruendo in Argovia. "E' scandaloso" ha affermato Jung. Egli teme che l’espulsione, sommata al processo in corso, possa  significare per  Tobias una grave recidiva.

 “Proteggere Tobias da suo padre” - Jung, infatti, ha spiegato che Tobias sa che il padre sta subendo un processo. Inoltre il ragazzino sta continuando a chiedere di lui e di poterlo vedere. Jung ritiene che l'incontro non è consigliabile. "Tobias desidera avere un papà e lo idealizza. Suo padre per lui è un buon padre. Non importa quello che ha fatto" ha detto Barwinski. La direttrice ritiene che il ragazzino deve essere protetto e difeso. A iniziare da suo padre.

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