È il voto del presidente della CET Christian Wasserfallen (PLR/BE) che ha fatto pendere la bilancia, indicano oggi i Servizi del parlamento in un comunicato.
La maggioranza condivide l'obiettivo di aumentare la presenza femminile nei cda, ma non vuole che ciò avvenga attraverso quote rosa. Determinanti devono essere le competenze dei candidati. Soglie legali limiterebbero inoltre i diritti democratici degli azionisti.
Per la minoranza invece le quote permetterebbero di dare avvio a un cambiamento nell'economia elvetica in vista di un'effettiva parità tra uomini e donne nelle funzioni di quadri superiori. Vari paesi europei le hanno introdotte.
Susanne Leutenegger Oberholzer (PS/BL), autrice dei due testi, fa valere il ritardo accumulato dalla Svizzera. Nei cda delle grandi società le donne sono solo l'11,6%, contro il 28% nella media europea. La socialista chiede dunque che, al più tardi nel 2017, solo le imprese con una proporzione femminile del 40% possano essere quotate in borsa. Il testo relativo alle imprese vicine alla Confederazione prevede un periodo di transizione di quattro anni.