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SVIZZERALa Svizzera ha una difesa aerea insufficiente

27.03.22 - 10:30
L'esperto di sicurezza Peter Hug critica la strategia del nostro esercito, che punta su «costosi jet da combattimento»
Reuters
Fonte 20 Minuten / Reto Bollmann
La Svizzera ha una difesa aerea insufficiente
L'esperto di sicurezza Peter Hug critica la strategia del nostro esercito, che punta su «costosi jet da combattimento»

BERNA - L'esercito svizzero è nuovamente nel mirino delle critiche. Più precisamente per la mancanza di una chiara strategia difensiva in caso di una minaccia seria. «La nostra politica di difesa non ha un concetto. Da trent'anni la Svizzera non dispone di una strategia che descriva in maniera specifica i compiti dell'esercito» afferma lo storico Peter Hug, uno dei massimi esperti di politica di sicurezza svizzera, citato dai giornali di CH Media.

L'attacco russo all'Ucraina sta attualmente dimostrando quanto sia importante, nell'ambito di un conflitto armato, un sistema di difesa antiaerea efficiente. Ma la Confederazione ha deciso di investire nell'acquisto dei nuovi jet da combattimento F-35 e in una difesa terra-aria di maggiore portata (DTA).

Una combinazione, questa, che non convince gli esperti. Hug sottolinea che i cinque sistemi di difesa Patriot previsti potrebbero, in caso di guerra, colpire soltanto trentacinque bersagli. E poi sarebbe finita: «Secondo l'attuale piano di rifornimento, poi resteremmo senza munizioni» spiega.

Tra il 24 febbraio e il 14 marzo scorsi, le forze russe avrebbero utilizzato oltre 1'800 missili balistici e da crociera contro l'Ucraina. Un numero, questo, da cui emerge l'inadeguatezza della difesa elvetica. Hug ritiene che i piani originali per il DTA fossero più efficaci. Ma il progetto è stato bloccato da Guy Parmelin.

Per l'esperto anche l'acquisto degli F-35 sarebbe un errore, in quanto si tratterebbe di un velivolo pensato per attacchi a sorpresa in territorio nemico, meno adatti per compiti difensivi. «La Germania si sta procurando gli F-35 per la sua partecipazione nucleare alla Nato, ossia per sganciare bombe atomiche in territorio nemico» afferma Hug. Un campo d'applicazione, questo, che ovviamente non vale per la Svizzera.

Gli F-35 potrebbero essere facilmente eliminati attraverso il bombardamento degli aeroporti, così come si può vedere anche nel caso dell'Ucraina. «Operativamente si tratta dei velivoli sbagliati, e anche dal punto di vista finanziario». Avrebbe pertanto più senso concentrarsi sullo sviluppo della difesa terra-aria di maggiore portata. Hug ritiene che sia inadeguato anche l'armamento pianificato per gli F-35. «I jet sono la soluzione più costosa e più vulnerabile».

Sulla base di queste considerazioni, l'esperto chiede una strategia difensiva che definisca concretamente il compito dell'esercito. Bisogna anche sciogliere il nodo per una cooperazione europea: la difesa elvetica vuole restare autosufficiente oppure determinati settori vanno europeizzati? «La Svizzera deve definire il suo ruolo nella rete europea, si tratta di questioni che non si possono rimandare al momento in cui scoppia una guerra» conclude Hug.

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