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ZURIGOCongedi per disturbi mentali, oltre la metà per conflitti sul lavoro

23.03.22 - 11:40
Circa la metà dei collaboratori in congedo per malattia perde il posto.
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Congedi per disturbi mentali, oltre la metà per conflitti sul lavoro
Circa la metà dei collaboratori in congedo per malattia perde il posto.
L’incapacità lavorativa per disturbi mentali dura in media 218 giorni e nel 95 per cento dei casi si tratta di un congedo per malattia a tempo pieno.

WINTERTHUR - Benché non si registri un aumento epidemiologico dei disturbi mentali nella popolazione, da parecchio tempo i congedi per malattia legati a disturbi mentali sono in costante crescita sia in Svizzera che in altri Paesi industrializzati. Questo andamento risulta problematico non solo per gli individui e le aziende, ma anche a livello sociale ed economico, in quanto rappresenta la causa principale della disoccupazione di lunga durata e dell’invalidità.

In collaborazione con WorkMed, un centro di competenza di Psychiatrie Baselland per la psiche e il lavoro, SWICA ha condotto uno studio rappresentativo al quale hanno partecipato anche l’istituto universitario privato Döpfer di Colonia e ValueQuest.

Sono stati analizzati circa 2000 dossier d’indennità giornaliera per malattia, di cui 1350 congedi per malattia legati a disturbi mentali e quasi 600 congedi per malattia analoghi legati a disturbi fisici. La durata dei congedi per malattia esaminati (terminati nel 2019) varia da 15 a 730 giorni.

Risultati principali emersi dallo studio - L’incapacità lavorativa legata a disturbi mentali dura in media 218 giorni e nel 95% dei casi si tratta di congedi di malattia a tempo pieno. Questa durata è molto più lunga di quella della maggior parte dei congedi per malattia legati a disturbi fisici.

Poco chiare le ragioni del congedo - In circa la metà dei rapporti medici non è chiaro perché la persona assicurata non possa lavorare. Inoltre, in quasi la metà dei rapporti dei medici curanti o degli psichiatri manca una prognosi relativa al rientro in azienda. Inoltre non vengono fornite indicazioni utili per mantenere il posto di lavoro.

E si finisce senza lavoro - Cosa succede quindi? Circa la metà delle persone assicurate in congedo per malattia perde il posto proprio nell’ambito dell’incapacità lavorativa.

Problemi psichici preesistenti - Spesso le persone in congedo per malattia avevano già avuto disturbi psichici in passato, vale a dire durante gli anni di scuola e di formazione o nei precedenti posti di lavoro. Molte vivono in condizioni di isolamento sociale o hanno problemi in famiglia.

La causa? Spesso sono conflitti sul lavoro - Come emerge dallo studio, il 57% delle incapacità lavorative per disturbi mentali è causata da conflitti sul lavoro. Alcune condizioni lavorative causano particolare stress e contribuiscono quindi a prolungare la durata del congedo di malattia: ad esempio requisiti rigorosi sul piano emotivo, cognitivo e delle interazioni nonché dell’affidabilità. Tra i vari settori si rilevano differenze molto consistenti nella durata dei congedi di malattia.

Niklas Baer, responsabile di WorkMed, conclude: «Se si verifica un’incapacità lavorativa legata a un conflitto, è molto difficile pensare a un rientro. Spesso il rapporto di lavoro è già stato sciolto. Per questo tutte le parti coinvolte, ossia i medici, i datori di lavoro e anche le persone assicurate, sono chiamate a intervenire precocemente per evitare una simile escalation».

Evitare la perdita del posto di lavoro - Secondo lo studio, i medici curanti dovrebbero essere maggiormente supportati e formati per una gestione consapevole dei certificati di incapacità lavorativa, al fine di aiutare i pazienti a mantenere il posto di lavoro.

Medici, compagnie di assicurazione e datori di lavoro, inoltre, dovrebbero sviluppare linee guida su come agire in situazioni difficili, in modo che le persone interessate possano rimanere a lungo sul mercato del lavoro.

Viene ritenuto utile anche sensibilizzare di più i datori di lavoro, affinché non si limitino a reagire solo quando la situazione si è aggravata, ma agiscano preventivamente adottando misure di sostegno e di intervento precoce.

Le assicurazioni, da parte loro, dovrebbero sostenere maggiormente le aziende con misure preventive e pragmatiche per evitare simili sviluppi negativi.

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