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SVIZZERAEcco come la guerra sta sconvolgendo l’economia svizzera

15.03.22 - 21:00
Tra prezzi in salita, forniture che non arrivano ed esportazioni più care, il conflitto picchia duro.
Imago
Fonte 20 Minuten / Fabian Pöschl
Ecco come la guerra sta sconvolgendo l’economia svizzera
Tra prezzi in salita, forniture che non arrivano ed esportazioni più care, il conflitto picchia duro.

BERNA - Oltre tre settimane di guerra. E le sanzioni si moltiplicano. Le conseguenze, però, si sentono eccome: secondo le previsioni dell’istituto economico BAK Economics, il PIL svizzero per il 2022 potrebbe crescere di 0,7 punti percentuali in meno rispetto a quanto previsto a inizio febbraio. Ecco come mai. 

Prezzi
La guerra ha fatto esplodere i prezzi di gas e petrolio. E mentre i costi per il singolo cittadino salgono, si prospettano conseguenze di più larga portata. «Tutto sta diventando più costoso perché ogni prodotto richiede energia», afferma Rudolf Minsch, capo economista di Economiesuisse. A essere maggiormente impattata sarà l’edilizia, spiega l’economista Petra Huth di Huth Consulting. I produttori di cemento, carta, vetro e acciaio necessitano infatti di una quantità di energia particolarmente elevata. In generale, tutti i prodotti importati costeranno di più, afferma Martin Eichler, capoeconomista di BAK Economics. Questo, a causa dell’incremento dei costi di trasporto. 

Prodotti mancanti
Russia e Ucraina sono inoltre importanti fornitori di materie prime come ferro, acciaio, nichel e neon. Quest'ultimo, ad esempio, è necessario per la produzione di chip. Le catene di approvvigionamento, che a causa della pandemia erano già notevolmente rallentate, stanno dunque avendo ancora più problemi. «I tempi di consegna di automobili, macchine, elettronica e alcuni materiali da costruzione si stanno allungando», sottolinea Minsch di Economiesuisse. 

Economia
I divieti di esportazione hanno invece uno scarso impatto sulle aziende svizzere. «Solo l'uno per cento circa di tutte le esportazioni va in Russia, e lo 0,2 per cento in Ucraina. Più della metà sono inoltre prodotti farmaceutici, che al momento non sono oggetto di sanzioni», afferma Eichler di BAK Economics. 

Mercato del lavoro
Secondo il Consiglio federale, sarebbero decine di migliaia i profughi ucraini che potrebbero giungere in Svizzera. Anche alcuni russi starebbero fuggendo. E c'è chi sostiene che la Svizzera, per quanto riguarda la manodopera, potrebbe beneficiarne. In effetti il via libera al permesso speciale S permetterà a queste persone di lavorare fin da subito, ed entrambi i Paesi hanno figure professionali altamente qualificate in informatica e scienze naturali. Per la Svizzera «questa è un’opportunità», sottolinea Eichler, dato che in questi ambiti c'è mancanza di personale. 

Il franco
Come di norma in tempi di crisi, anche questa volta gli investitori fuggono verso beni rifugio come l'oro, il dollaro o il franco svizzero. Di conseguenza, la moneta confederata si rafforza rispetto ad altre valute e possiamo importare merci dall'estero a un prezzo più conveniente. Allo stesso tempo, i nostri prodotti diventano più cari e le esportazioni soffrono. Ma, essendo i prezzi in altri Paesi aumentati molto più che in Svizzera, la pressione sulle aziende esportatrici sarebbe al momento ancora sopportabile.

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