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SVIZZERA«Neutralità non vuol dire indifferenza», Cassis annuncia sanzioni contro la Russia

24.02.22 - 15:56
Il presidente della Confederazione Ignazio Cassis prende posizione a nome della Svizzera.
AFP
«Neutralità non vuol dire indifferenza», Cassis annuncia sanzioni contro la Russia
Il presidente della Confederazione Ignazio Cassis prende posizione a nome della Svizzera.
«Oggi è una giornata triste, che non avremmo mai voluto vedere».

BERNA - «La Russia ritiri le sue truppe immediatamente». È questo l'appello lanciato stamattina, dopo l'escalation del conflitto armato tra Russia e Ucraina, dalla Svizzera. Il capitolo sanzioni, che potrebbero essere messe in atto per punire «la grave violazione della legge internazionale» della Russia, resta però ancora aperto. Questo pomeriggio Ignazio Cassis, presidente della Confederazione e capo del Dipartimento affari esteri, ci mette la faccia e fa il punto della situazione in conferenza stampa.

«Ci concerne tutti» - «Oggi è una giornata triste, che non avremmo mai voluto vedere», esordisce Cassis. «L'attuale conflitto non concerne solo la Russia e l'Ucraina, ma tutta l'Europa». Ci sono state già molte vittime, continua, le cui famiglie sono nei pensieri del Consiglio federale. 

Sanzioni al via - Il rispetto del diritto internazionale è il garante della convivenza pacifica delle nazioni, sottolinea. Per questo motivo la Svizzera mette spesso a disposizione i suoi buoni uffici per evitare la soluzione peggiore: il ricorso alle armi. «Neutralità non significa indifferenza, e la Confederazione vuole prendere una posizione chiara», aggiunge però Cassis, «saranno perciò messe in atto sanzioni finanziarie e di viaggio contro le banche e 361 membri della Duma, nonché contro uomini di affari. La Svizzera sostiene così tutte le misure che possono ristabilire l'ordine della pace». 

«Da oggi l'ambasciata svizzera in Ucraina è chiusa fino a nuovo avviso, pur restando sempre disponibile telefonicamente», conclude Cassis prima di accomiatarsi.

Gli esperti della Confederazione rispondono ora alle domande dei media

Cosa ha deciso esattamente il Consiglio federale in merito alle sanzioni? 
Si vuole evitare che la Russia aggiri le sanzioni dell'Unione Europea attraverso la Svizzera, spiega Erwin Bollinger, responsabile del campo di prestazioni Relazioni economiche bilaterali. Le sanzioni decise sono le stesse decise dall'UE. 

La Svizzera non ha così deciso le sanzioni in maniera autonoma? 
Il nostro Paese adotta in questo modo automaticamente le sanzioni dell'ONU e, in parte, dell'UE. In virtù della nostra neutralità «non mettiamo in atto sanzioni autonome e unilaterali», sottolinea Livia Leu, segretaria di Stato del DFAE. La Svizzera deve ora verificare costantemente fino a che punto potrà applicare le sanzioni dell'UE impedendo che vengano eluse.

Se lo desiderano, le aziende svizzere possono applicare sanzioni più severe di quelle previste dal Governo federale?
Questo è possibile, fin tanto che non ci sia alcuna violazione della legge svizzera.

Quali sono le sanzioni previste nel settore bancario?
Non verranno accettati nuovi capitali da persone incluse nell'elenco delle sanzioni. Quelli già presenti nelle nostre banche resteranno dove sono e potranno però ancora essere prelevati. In questo ambito le sanzioni sono meno pesanti rispetto a quelle dell'UE.

Perché la Svizzera non riprende tutte le sanzioni dell'UE, una a una?
Noi riprendiamo solo le sanzioni dell'UE, che è il nostro più importante partner commerciale, risponde Livia Leu. E, riguardo al perché non tutte siano riprese alla lettera: «La Svizzera è un Paese neutrale».

Quali sono dunque le sanzioni che la Svizzera non ha adottato, rispetto all'UE?
Nessuna, tranne il fatto che i fondi dei sanzionati non sono congelati. Il sistema verrà però reso più severo.

La Svizzera accoglie i profughi dall'Ucraina?
Secondo Christine Schraner Burgener, segretaria di Stato per la migrazione, c'è uno scambio con Frontex e si attendono flussi migratori. Al momento, però, questi stanno ancora avvenendo principalmente nella stessa Ucraina e soprattutto nei Paesi limitrofi. «Mostreremo la nostra solidarietà agli ucraini», assicura Schraner Burgener, «Di certo non manderemo indietro nessuno». 

I russi stanno ora ritirando rapidamente i loro fondi dalle banche svizzere?
Stiamo lavorando per un'implementazione delle sanzioni più rapida possibile. Sanzioni più complicate potrebbero richiedere più tempo. Quindi ̀non ci è stato possibile impedire deflussi del denaro.

Presenti alla conferenza stampa, oltre al consigliere federale e capo del DFAE Ignazio Cassis

Livia Leu, segretaria di Stato del DFAE

Erwin Bollinger, responsabile del campo di prestazioni Relazioni economiche bilaterali e segretario di Stato per gli affari economici della SECO

Hans-Peter Lenz, capo del centro di gestione di crisi del DFAE

Corinne Cicéron Bühler, direttrice della Direzione per il diritto pubblico internazionale del DFAE

Christine Schraner Burgener, segretaria di Stato per la migrazione

Bernoìt Revat, direttore dell'Ufficio federale dell'energia

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