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ITALIA/SVIZZERACondannato a 5 anni il foreign fighter svizzero

23.02.22 - 16:49
Fu arrestato in Turchia nel gennaio 2021.Si arruolò per commettere azioni criminali di matrice islamista
Polizia di Stato
Fu arrestato in Turchia e poi portato in Italia
Fu arrestato in Turchia e poi portato in Italia
Fonte ATS
Condannato a 5 anni il foreign fighter svizzero
Fu arrestato in Turchia nel gennaio 2021.Si arruolò per commettere azioni criminali di matrice islamista
L’accusato non era in aula e ha seguito l'udienza in video conferenza dal carcere in cui è detenuto

CHIETI - La Corte d'Assise di Chieti ha condannato a cinque anni di reclusione S. C., il 25enne nato in Svizzera da genitori abruzzesi, ritenuto un combattente straniero (foreign fighter), e accusato di aver partecipato, dal 2015, all'associazione terroristica di matrice islamista Jahbat Al Nusra, ritenuta un'articolazione di Al Qaeda in Siria.

I crimini terroristici di cui si è macchiato sono avvenuti dopo che aveva lasciato la Svizzera nel 2014 per trasferirsi con la convivente e i figli stabilmente in Siria, nella provincia di Idlib, diventando parte integrante dell'associazione terroristica, arruolandosi per compiere atti di violenza con finalità di terrorismo e appoggiando, sempre secondo l'accusa, le finalità belliche in territorio siriano in primis contro lo stesso Stato sovrano della Siria. E di aver compiuto, in particolare attraverso Facebook, apologia del terrorismo ed istigazione a commettere crimini aventi tali finalità.

Il pubblico ministero (pm) Simonetta Ciccarelli aveva chiesto la condanna a otto anni. S. C., non era in aula, ha seguito l'udienza in video conferenza dal carcere in cui è detenuto. La Corte, presidente Guido Campli, a latere Maurizio Sacco, ha disposto anche l'interdizione perpetua di S. C. dai pubblici uffici e la trasmissione degli atti alla procura della Repubblica di Chieti per quanto riguarda la deposizione resa da Giulia Maria Weber ritenuta testimone chiave dell'accusa e che la pm ha definito una testimone "intimidita"

"È stata riconosciuta la validità dell'impianto accusatorio che era stato improntato - ha commentato a fine udienza Ciccarelli. Mi sembra anche corretta giuridicamente da come il Tribunale ha configurato i fatti. Siamo soddisfatti di un lavoro che parte da molto lontano, da svariati anni, quindi anche da colleghi che mi hanno preceduto, con collaborazioni internazionali con altre procure europee. Un bel lavoro, siamo contenti del riconoscimento al di là della vicenda umana che è sempre dolorosa".

Per il difensore di S. C., l'avvocato Massimo Solari, "la condanna è stata molto mite rispetto alle accuse, quindi - ha sottolineato - vuol dire che la questione si è ridimensionata tantissimo, contiamo di azzerarla in secondo grado a questo punto. Costruirò l'appello sulla mancanza assoluta degli elementi di prova che dimostrano la partecipazione di S. C. a gruppi terroristici".

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