Il numero dei contagi è ancora alto, ma gli ospedali stanno reggendo il colpo.
Si prevede pertanto che da Berna, oggi, non arriveranno provvedimenti drastici.
ZURIGO - L'Ufficio federale della sanità pubblica UFSP ha segnalato ieri 29'142 nuovi contagi, una cifra in linea con i dati delle ultime settimane.
Nonostante si tratti di numeri elevati, le unità di terapia intensiva sono attualmente occupate “solo” da 270 persone. La situazione appare quindi ragionevolmente stabile. «Forse abbiamo raggiunto il picco», ha riferito martedì la Task Force scientifica federale. Tuttavia, è importante rimanere prudenti, ha avvertito la specialista dell'UFSP, Virginie Masserey.
Questa situazione, in sostanza, non giustificherebbe misure restrittive ulteriori, ma nemmeno allentamenti. Almeno per il momento. In vista della decisione odierna, il Governo federale ha sottoposto alla valutazione dei Cantoni vari provvedimenti. Tuttavia, non sembra esserci stata una chiara presa di posizione dalle varie parti chiamate in causa.
Ci sono, tuttavia, alcuni punti più sensibili di altri. Ad esempio, la durata delle misure attuali come il 2G o l'obbligo del telelavoro. Mentre diversi Cantoni spingono affinché questi vengano estesi fino alla fine di febbraio, secondo il Blick il Consiglio federale deciderà di prorogarli fino alla fine di marzo, anche se sia Ueli Maurer che Guy Parmelin sembrano essere favorevoli alla riduzione.
Per quanto riguarda l'obbligo di restare a casa, c'è chi vorrebbe tentare l'opzione dell'auto-quarantena senza un'ordinanza ufficiale, come auspicato dalla maggioranza dei cantoni. Ciò, in considerazione delle capacità dei contact center ormai al limite e di un tracciamento dei contatti sempre meno efficiente. Da qui l'idea di fare affidamento sulla responsabilità personale. Secondo il “Blick”, è piuttosto improbabile che il Consiglio federale la veda allo stesso modo, dato il numero molto elevato di casi di infezione non denunciati.
Difficilmente, infine, dovrebbe essere previsto un inasprimento dell'obbligo della mascherina (idea del Consiglio federale: dall'età di otto anni), o un ritorno alla didattica a distanza nelle università.
Quel che è certo è, invece, che la validità del certificato per le persone vaccinate e guarite sarà ridotta da un anno a 270 giorni, come ha già fatto l'UE.