Cerca e trova immobili

SVIZZERAContagi fuori controllo e 150mila svizzeri in quarantena, parola agli esperti

11.01.22 - 14:04
Il numero di casi è destinato ad aumentare ancora, affermano gli esperti della task force scientifica federale.
Keystone
Contagi fuori controllo e 150mila svizzeri in quarantena, parola agli esperti
Il numero di casi è destinato ad aumentare ancora, affermano gli esperti della task force scientifica federale.
«Alcune persone non hanno ancora capito perché devono isolarsi», osserva il medico cantonale grigionese Marina Jamnicki. E chiede pazienza: «Lo facciamo per proteggere gli altri».

BERNA - Le cifre non ci sorridono. E sono quasi 150mila gli svizzeri bloccati a casa dal virus perché contagiati o entrati in contatto con dei positivi. Numeri che iniziano a pesare, non solo dal punto di vista ospedaliero ma anche, a causa della sempre più forte mancanza di personale, a livello di lavoro e di servizi. E mentre il Consiglio federale discute possibili nuove restrizioni e l'accorciamento delle quarantene a livello federale (le nuove decisioni saranno annunciate domani), gli esperti della task force scientifica Covid-19 fanno il punto della situazione. 

«I casi aumenteranno ancora» - La situazione ospedaliera è piuttosto stabile, esordisce la responsabile della sezione malattie infettive dell'UFSP Virginie Masserey, anche se a livelli di occupazione elevati. La variante Omicron è ormai dominante, rilevata in tre quarti delle infezioni a livello svizzero. E «ci aspettiamo che il numero di casi aumenti ancora», continua Masserey, specificando che i più colpiti sono i giovani e gli adulti in età lavorativa. Attualmente il cantone meno colpito è l'Appenzello Esterno, mentre il Giura è quello più sotto pressione.

Sette giorni sono abbastanza - Gli esperti ribadiscono che, vista la forte mancanza di lavoratori a causa dei confinamenti, la durata della quarantena può essere diminuita a sette giorni, come già in vigore in alcuni cantoni tra cui il Ticino, perché il periodo di incubazione è più corto con la nuova variante.

Evitare malintesi - Per quanto riguarda la questione dei test in caso di infezione, spiega Masserey, effettuare un test PCR se il test antigenico risulta positivo è ancora obbligatorio.   

Presto il picco - Il numero di casi raddoppia attualmente ogni otto-dieci giorni, così Tanja Stadler, presidente della task force scientifica Covid-19 della Confederazione. «Se i contatti rimangono gli stessi, raggiungeremo il picco di nuove infezioni nelle prossime due settimane». E «gli ospedali si devono preparare», sostengono gli esperti, sia a livello di spazi che di personale. Se le unità di cure intense si riempiono, si dovrà prestare cura ai pazienti in altri spazi, assicurando lo stesso livello di cure. Questo per assicurare la continuità operativa. «Nessuno resta davanti alla porta di ingresso», rassicura il medico cantonale dei Grigioni Marina Jamnicki.

Rincorrere i contagi - Si passa alle problematiche legate all'esplosione delle infezioni. «I Cantoni devono affrontare due problemi con il tracciamento dei contatti», spiega Jamnicki. Da un lato, c'è l'alto numero di casi e, dall'altro, il tempo di attesa prima che il risultato sia disponibile». Per questo motivo i Cantoni hanno dovuto adattare la strategia di contact tracing e concentrarsi maggiormente sui contatti dello stesso nucleo familiare. E, fronte all'ondata di quarantene, Jamnicki chiede maggiore comprensione da parte della popolazione. «Anche se siamo in questa pandemia da due anni, alcune persone non hanno ancora capito perché devono isolarsi. Lo facciamo per proteggere gli altri».

Soldati in tempo di pandemia - Attualmente i membri dell'Esercito impiegati per il supporto dei Cantoni sono 476 persone. Nel frattempo sta per iniziare la scuola recluta invernale. Hans-Peter Walser, capo del comando Istruzione dell'Esercito, specifica che i militi inizieranno con una formazione di due settimane da casa, e che effettueranno un test prima di esordire in presenza. Il porto della mascherina FFP2 è obbligatorio, conclude Walser.

È il momento delle domande dei media:

A quando la fine della pandemia? 
Difficile da prevedere, dice Tanja Stadler. Molto dipenderà dall'emergenza o meno di nuove varianti e dalla campagna di vaccinazione. Si può però presumere che potremo vivere più normalmente durante l'estate.

Quante persone, di quelle attualmente in quarantena, sono in età lavorativa e quindi mancano potenzialmente dal posto di lavoro?
Masserey stima una proporzione tra il 10 e il 15%. 

Non dovremmo iniziare a pensare all'annullamento dei grandi eventi? 
Tutto ciò che facciamo al momento, ogni contatto, contribuisce al superamento del limite, afferma Tanja Stadler. «Dipende dal piano di protezione», afferma invece Jamnicki, «ma sono le feste private che ci infettano».

L'UFSP è soddisfatto dell'attuale tasso di vaccinazione, ormai stagnante?
Stiamo cercando di concentrarci sulla campagna vaccinale di richiamo. Per quanto riguarda le prime dosi, la responsabilità principale è piuttosto dei Cantoni, afferma Masserey.

Avrebbe senso, dal punto di vista epidemiologico, chiudere tutto e fare un nuovo lockdown? 
Quando si riducono i contatti in maniera così radicale, risponde Masserey, i contagi calano. L'abbiamo visto a marzo 2020. Però ha il suo costo, e bisogna vedere se ne varrebbe la pena. 

Presenti in conferenza stampa: 

Virginie Masserey, responsabile della Sezione malattie infettive in seno all’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP)

Hans-Peter Walser, comandante di corpo e capo del comando Istruzione dell'Esercito

Ueli Haudenschild, membro di direzione dell'Ufficio federale per l'approvvigionamento economico del Paese

Tanja Stadler, presidente della task force scientifica Covid-19 della Confederazione

Marina Jamnicki, medico cantonale dei Grigioni e membro dell'Associazione dei medici cantonali della Svizzera AMCS

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE