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LOSANNAStupro, le parole della vittima non lasciano alcun dubbio

27.12.21 - 15:03
Per paura dell'uomo violento la donna non fece resistenza fisica. Per il Tribunale federale si trattò di stupro.
Depositphotos - foto d'archivio
Fonte ATS
Stupro, le parole della vittima non lasciano alcun dubbio
Per paura dell'uomo violento la donna non fece resistenza fisica. Per il Tribunale federale si trattò di stupro.
In prima istanza l'uomo era stato prosciolto.

LOSANNA - La giustizia vallesana ha assolto a torto un uomo accusato di stupro e coazione sessuale ai danni della sua compagna. Per il Tribunale federale (TF), le parole della vittima, trascritte dai video, mostrano che non era consenziente anche se, per paura del suo partner, non ha resistito fisicamente.

In prima istanza, nel novembre 2018, l'uomo era stato prosciolto, in particolare dai capi di accusa di sequestro, stupro e coazione sessuale. Gli era invece stata inflitta una condanna di 15 mesi da scontare per lesioni semplici, danneggiamento, guida senza patente nonché infrazione alla legge sulle armi e sugli stupefacenti. Nel febbraio 2021, il Tribunale cantonale vallesano aveva ridotto la pena a 10 mesi con la condizionale.

In una sentenza pubblicata oggi, il TF ha annullato la sentenza a causa di una valutazione arbitraria delle prove. Il caso è quindi rinviato alla giustizia vallesana affinché condanni l'imputato anche per coazione sessuale e stupro, oltre ai reati già presi in considerazione.

Chiaramente non consenziente - Sulla base della trascrizione di video presi dal condannato durante i suoi atti, la Corte di diritto penale del TF ha ritenuto che la vittima non fosse chiaramente consenziente. Sebbene avesse usato un tono calmo, parole come "Sai come si chiama questo? Uno stupro" o "Sei completamente malato, ti rendi conto che si tratta di uno stupro", erano inequivocabili.

In tale contesto, il suo partner avrebbe dovuto almeno cessare i rapporti sessuali e chiederle il consenso, secondo i giudici losannesi. Confrontati con queste parole, i loro colleghi vallesani non avrebbero dovuto considerare questa opposizione come impercettibile.

Sequestrata - Secondo il Tribunale federale, non si può inoltre rimproverare alla vittima di non aver lottato, di non aver gridato o pianto di fronte a un uomo che sapeva essere violento. Dal momento che sospettava la sua compagna di essergli stata infedele, il partner le aveva rotto il computer e il suo telefono cellulare. L'aveva anche fatta cadere dalle scale. Già in precedenza, la donna aveva subito altre violenze.

Dopo questa disputa, aveva rinchiuso la vittima nel suo appartamento durante il giorno e si era assentato. Davanti agli inquirenti, la donna aveva dichiarato di essersi sentita sequestrata. Inoltre, aveva tentato di fuggire dalla finestra del primo piano. Un vicino l'aveva ritrovata sospesa e in preda al panico.

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