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SVIZZERA«Sono indignata: la Bielorussia “produce” flussi migratori»

12.11.21 - 08:00
Karin Keller-Sutter afferma che sono necessari aiuti umanitari. Ma l'Europa non può cedere ai ricatti
20min/Taddeo Cerletti
Fonte 20 Minuten / Claudia Blumer e Daniel Waldmeier
«Sono indignata: la Bielorussia “produce” flussi migratori»
Karin Keller-Sutter afferma che sono necessari aiuti umanitari. Ma l'Europa non può cedere ai ricatti

BERNA - Alla frontiera tra Bielorussia, Polonia e Lituania è in corso una crisi umanitaria. Migliaia di migranti sono bloccati tra due fuochi di una disputa politica fuori controllo. Ne abbiamo parlato con la consigliera federale Karin Keller-Sutter, capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia.

Cosa pensa quando vede le immagini dei profughi bloccati?
«È una situazione che mi indigna. Le persone che ora si trovano al confine della Polonia e della Lituania arrivano con visti rilasciati dalla Bielorussia. Si deve presumere che in questo modo quest'ultima stia protestando contro le sanzioni dell'Unione europea. E che voglia destabilizzare l'Ue “producendo” dei flussi migratori. Una mossa simile l'aveva già tentata la Turchia».

Giungono alla frontiera anche profughi afgani che hanno lasciato il paese dopo l'ascesa al potere dei talebani?
«No, per quanto ne so sono principalmente siriani e iracheni, che arrivano in aereo. Vengono quindi portati alle frontiere lituane e polacche dalle autorità bielorusse. Nell'ambito della riunione dei ministri della giustizia e degli interni, che ha avuto luogo lo scorso agosto, i colleghi lituani avevano mostrato un video in cui si vedevano le forze di sicurezza bielorusse spingere i profughi verso l'area Schengen».

Le persone bloccate alla frontiera diventano lo strumento di un conflitto politico. Cosa può fare la Svizzera per aiutarle?
«A livello europeo si sta cercando una risoluzione del conflitto. Penso che la risposta debba essere determinata. Sicuramente parte della soluzione si trova anche in Russia, in quanto la Bielorussia è sostenuta da Mosca. È fuori discussione una distribuzione dei profughi tra i paesi dell'area Schengen, perché in questo modo si cederebbe al ricatto. Si tratta d'immigrazione illegale, sono persone che devono essere rimpatriate».

Nel frattempo queste persone stanno gelando, bloccate alla frontiera. È davvero questa la soluzione?
«No, sono necessari degli aiuti umanitari. Finora la Polonia ha rifiutato qualsiasi sostegno da parte degli Stati Schengen».

Non sarebbe possibile ammettere queste persone con un visto umanitario?
«No. Per l'ottenimento di un visto umanitario devono essere soddisfatte due condizioni: la vita o l'integrità fisica di una persona deve essere minacciata, ed è necessario avere un legame con la Svizzera. Non riesco a immaginare che questi criteri siano soddisfatti».

Anche alla frontiera elvetica è in aumento il numero dei profughi, in particolare dall'Afghanistan. La Confederazione si sta preparando per una nuova ondata migratoria?
«Quelli che stanno arrivando ora provengono soprattutto dalla Turchia, dove attualmente si trovano centinaia di migliaia di afgani. Nella maggior parte dei casi la loro destinazione finale sono la Germania o la Francia. La Svizzera è pronta: abbiamo ottimizzato la procedura d'asilo».

Nei centri per richiedenti l'asilo ci sono posti a sufficienza?
«La situazione è molto tesa. A causa della pandemia sono in vigore regole di distanziamento e sono necessarie delle stanze per le quarantene. Per questo motivo abbiamo anche preso in affitto degli alloggi».

Nei centri federali per richiedenti l'asilo si effettuano vaccinazioni contro il coronavirus?
«Sì, viene data la possibilità di vaccinarsi. Il tasso di vaccinazione si attesta attorno al 50%. La vaccinazione viene in parte anche rifiutata».

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