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SVIZZERA«Il vaccino è l'unico modo per uscire dalla pandemia»

05.10.21 - 14:00
Il punto della situazione in Svizzera: «Contagi e ricoveri in calo, ma molti giovani e non vaccinati in ospedale»
Screenshot Admin.ch
«Il vaccino è l'unico modo per uscire dalla pandemia»
Il punto della situazione in Svizzera: «Contagi e ricoveri in calo, ma molti giovani e non vaccinati in ospedale»

BERNA - Lo scorso mese il Consiglio federale ha deciso di estendere l'obbligo di certificato Covid alla ristorazione e alle strutture del tempo libero, e d'introdurre restrizioni sanitarie alla frontiera. I contagi sono in calo (oggi ne sono stati segnalati 1'019). La campagna di vaccinazione stenta però a rimettersi in marcia. Attualmente a livello nazionale vi ha aderito il 59,33% della popolazione (il 67% degli over 12). Una copertura ancora troppo bassa, come ha ribadito lo scorso venerdì il ministro della sanità Alain Berset, mettendo in consultazione un'offensiva di vaccinazione.

Oggi a Berna ha avuto luogo il consueto appuntamento informativo per fare il punto sulla situazione pandemica in Svizzera. Erano presenti Virginie Masserey (responsabile della Sezione malattie infettive in seno all’Ufficio federale della sanità pubblica UFSP), Hélène Caume Gonçalves (responsabile delle missioni strategiche, Ufficio del Medico cantonale Vaud), Philippe Luchsinger (presidente dell'associazione Medici di famiglia e dell'infanzia Svizzera) e Roswitha Koch (Associazione svizzera degli infermieri).

«La situazione epidemiologica sta migliorando» ha esordito Virginie Masserey, ribadendo che l'incidenza più elevata si riscontra nella Svizzera centrale. Anche i ricoveri sono in calo, come pure l'occupazione delle unità di terapia intensiva. I decessi sono invece stabili. «La maggior parte degli ospedalizzati sono non vaccinati e giovani». E anche il long Covid rappresenta un problema: sinora sono 1'241 i casi notificati alle assicurazioni sociali.

La campagna di sensibilizzazione - Masserey ha ricordato che la copertura vaccinale è ancora troppo bassa per superare l'inverno. La settimana scorsa si sono fatte vaccinare 60'000 persone.  Ieri è partita una nuova campagna di sensibilizzazione che come target ha soprattutto i giovani. Il messaggio? La vaccinazione permette l'accesso a diverse attività del tempo libero come pure ai viaggi all'estero.

Personale sanitario e Covid - «La vaccinazione è la misura più importante per evitare la malattia e ridurre i casi di morte». È questo il parere dell'Associazione svizzera degli infermieri, come ha affermato Roswitha Koch. E ha ricordato che il personale sanitario da oltre un anno e mezzo ha a che fare col Covid. Ma non mancano le situazioni in cui non è possibile rispondere a tutte le necessità per carenza di personale. «È importante potersi occupare di tutti i malati, anche di altre malattie» ha sottolineato Koch. Il personale è sotto pressione.

Giovani colpiti dai lockdown - Koch ha sottolineato che i lockdown hanno un effetto negativo sulla psiche di molte persone, in particolare sui giovani. Una conseguenza, questa, che bisogna considerare, in particolare quando si tratta di decidere come agire per superare la pandemia. «In paesi con un tasso di vaccinazione alto, la vita sta tornando alla normalità. In Svizzera il tasso di vaccinazione è ancora troppo basso». Con la vaccinazione si fa quindi qualcosa sia per la propria salute, ma anche per quella degli altri e per il ritorno alla normalità.

«È un peccato che sia disponibile un mezzo efficace come il vaccino, che non viene sfruttato» ha detto Hélène Caume Gonçalves dell'Ufficio del medico cantonale Vaud. Anche lei ha quindi parlato dell'importanza di vaccinarsi, in particolare tra i più giovani. Ed è importante che «le persone ricevano informazioni corrette, non quelle che si trovano sui social media».

La fiducia nel medico di famiglia - «I vaccini aiutano da decenni. E siamo convinti che il vaccino sia l'unica via per uscire dalla pandemia» ha affermato anche Philippe Luchsinger, ricordando che in Svizzera sono disponibili preparati efficaci e sicuri, che però vengono utilizzati troppo poco. Ma si tratta, appunto, di informare correttamente le persone. E questo a fronte del fatto che «i social media creano molta insicurezza nei giovani». I medici di famiglia e i pediatri sostengono la campagna di vaccinazione attraverso il dialogo con i pazienti. Anche grazie alla fiducia che i pazienti ripongono nel proprio medico.

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