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SVIZZERAEx ostaggio dei talebani: la Svizzera offrì 1,25 milioni di dollari

19.09.21 - 10:07
Daniela Widmer è tornata a parlare del sequestro di cui fu vittima nel 2011 mentre si trovava in Pakistan col fidanzato.
Keystone
Fonte ats
Ex ostaggio dei talebani: la Svizzera offrì 1,25 milioni di dollari
Daniela Widmer è tornata a parlare del sequestro di cui fu vittima nel 2011 mentre si trovava in Pakistan col fidanzato.
«Nessuno viene liberato solo grazie a buone trattative e una stretta di mano», sostiene. I due riuscirono a scappare dopo otto mesi e mezzo di prigionia: «I talebani chiedevano 50 milioni, capimmo che non avevamo altra scelta».

BERNA - La Svizzera ha offerto 1,25 milioni di dollari per la liberazione di una coppia sequestrata dai talebani nel 2011 in Pakistan. Lo afferma l'ex ostaggio Daniela Widmer in un'intervista pubblicata oggi dalla "NZZ am Sonntag". Alla fine non vi fu alcun pagamento: lei e il suo compagno di allora, David Och, riuscirono a fuggire dopo otto mesi e mezzo di prigionia.

Secondo la Widmer in caso di prese d'ostaggio viene quasi sempre pagato un riscatto: «È ridicolo se i governi sostengono il contrario. Nessuno viene liberato solo grazie a buone trattative e una stretta di mano».

Nel loro caso l'ultima offerta della Svizzera, avanzata una settimana prima della fuga, ammontava a 1,25 milioni di dollari, ma i talebani ne chiedevano 50, spiega la Widmer. «Allora capimmo che le trattative non avrebbero mai portato a nulla e che non ci restava nient'altro che fuggire».

Il poliziotto bernese allora 31enne e la sua ragazza 28enne furono stati rapiti nel luglio 2011 mentre si trovavano in viaggio su un furgone nella regione pakistana del Belucistan, nel sudovest del Pakistan. Secondo la versione ufficiale i due riuscirono a scappare e si presentarono a un posto di controllo dell'esercito.

Stando al Dipartimento federale degli affari esteri non fu versato alcun riscatto. Ciononostante risultarono costi notevoli per la Confederazione: durante i 259 giorni di prigionia diversi funzionari erano costantemente occupati con il caso.

Nell'intervista la Widmer ha raccontato ancora una volta la sua storia. «Dopo averci assaliti ci hanno deportati per due settimane in giro per le montagne, facendoci dormire di giorno in ovili e attraversare di notte anche zone paludose. (...) Ricevevamo due uova al giorno e acqua sporca." La donna dice di aver sofferto di diarrea per mezzo anno e il suo compagno ha avuto due volte la malaria, perdendo 22 kg di peso.

Al loro ritorno in Svizzera la coppia era stata aspramente criticata per essersi messa in pericolo nonostante gli avvertimenti. La Widmer sostiene che i due si erano preparati bene al viaggio: «Se avessimo saputo dei sequestri non saremmo mai passati da lì». Ma alla fine i colpevoli sono sempre i rapitori.

La storia della coppia è al centro del nuovo film del regista svizzero Michael Steiner "Und morgen seid ihr tot" ("E domani sarete morti"), che aprirà giovedì la 17esima edizione dello Zurich Film Festival (ZFF).

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