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SVIZZERAAllentamenti: reazioni positive, ma anche qualche interrogativo

23.06.21 - 18:03
Gli ambienti economici si rallegrano per le decisioni comunicate oggi dal Consiglio federale.
Keystone
Fonte ats
Allentamenti: reazioni positive, ma anche qualche interrogativo
Gli ambienti economici si rallegrano per le decisioni comunicate oggi dal Consiglio federale.
Il Centre Patronal si chiede tuttavia perché il Governo raccomandi ancora il lavoro a distanza. L'USAM auspica il ritorno alla situazione normale e la revoca del mandato della task force scientifica.

BERNA - Gli ambienti economici accolgono favorevolmente i nuovi allentamenti annunciati oggi dal Consiglio federale. Una decisione a lungo attesa dall'economia svizzera, scrive l'Unione svizzera degli imprenditori (USI) in una nota, è soprattutto la revoca dell'obbligo del telelavoro e di portare la mascherina sul posto di lavoro. L'USI si rallegra anche del prolungamento delle indennità per lavoro ridotto fino alla fine di febbraio 2022 e della procedura semplificata fino al 30 settembre 2021.

Anche Economiesuisse è soddisfatta che le aziende svizzere potranno di nuovo decidere autonomamente se i propri dipendenti dovranno recarsi o meno in ufficio e se dovranno indossare una mascherina. In un comunicato l'organizzazione mantello dell'economia svizzera saluta positivamente anche l'abolizione della mascherina all'aperto e dei numeri massimi per gli eventi aperti alle persone TGV (testate, guarite, vaccinate) nonché le sensibili semplificazioni nel settore della ristorazione, così come la revoca dell'obbligo di quarantena per chi entra in Svizzera, un passo importante per il turismo.

L'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) parla di un «atto ragionevole» considerata la diminuzione dei casi di contagio. In una nota l'organizzazione si rallegra che diverse delle sue richieste siano state ascoltate, come l'abolizione dell'obbligo del lavoro da casa e delle restrizioni imposte ai gruppi di persone nei ristoranti così come la riapertura delle discoteche e delle sale da ballo. Chiede però il ritorno alla situazione normale e la revoca del mandato della task force scientifica.

Pure il Centre Patronal è soddisfatto dell'allentamento delle misure. La progressione delle vaccinazioni «rende logico il passaggio progressivo a una fase di normalizzazione», scrive in un comunicato la società privata con sede a Losanna al servizio delle imprese e dei gruppi professionali. «Si tratta di un segnale benvenuto per il ritorno alle attività normali, che deve permettere di guardare al futuro dell'economia con un certo ottimismo».

L'abolizione dell'obbligo del telelavoro è apprezzata, così come l'eliminazione di ogni obbligo generalizzato di indossare una mascherina, salvo circostanze particolari. Il Centre Patronal si chiede tuttavia perché il Consiglio federale voglia raccomandare il lavoro a distanza, una decisione «che non appare giustificata».

Anche Travail.Suisse, sollevata dell'evoluzione incoraggiante della situazione economica e della campagna vaccinale, accoglie favorevolmente soprattutto gli allentamenti riguardanti il lavoro da casa e la mascherina sul posto di lavoro. Ma ricorda anche che la pandemia non è finita, e se la situazione dovesse peggiorare dopo l'estate il Consiglio federale non dovrà esitare ad adottare nuove misure, afferma il sindacato chiedendo punti di riferimento a questo proposito.

Travail.Suisse si rallegra pure del prolungamento delle indennità per lavoro ridotto a 24 mesi e la proroga della procedura semplificata fino al 30 settembre, anche se avrebbe auspicato un'estensione fino alla fine dell'anno.

GastroSuisse è contenta che il numero di clienti per tavolo nei ristoranti non sarà più limitato. «Ciò ci offre una vera prospettiva», si rallegra il presidente Casimir Platzer in una nota. Tuttavia l'associazione avverte: «Per evitare che l'economia e la vita sociale non vengano nuovamente messe sotto chiave in autunno bisogna prendere le precauzioni necessarie in estate».

GastroSuisse si inquieta inoltre del fatto che a seconda della situazione epidemiologica il governo potrebbe decidere che serve un certificato Covid per entrare in un bar, caffè o ristorante: ciò condurrebbe a una società a due classi e sarebbe anticostituzionale.

Da parte sua HotellerieSuisse accoglie naturalmente con favore l'allentamento delle restrizioni per chi entra in Svizzera: in tal modo la Confederazione torna ad essere una destinazione turistica attraente, soprattutto per i mercati vicini, afferma in un comunicato.

Quanto ai partiti, su Twitter il PLR parla di «un passo in più verso il ritorno alla normalità» e ricorda l'importanza di sottoporsi a test e farsi vaccinare. Sulla stessa linea l'Alleanza del Centro: «Arrivano le prossime tappe d'apertura. È una bella notizia. Restiamo comunque prudenti e solidali e prendiamoci le nostre responsabilità», si legge sempre su Twitter.

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