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SVIZZERANei bambini quattro cuori su cinque provengono dall'estero

04.05.21 - 08:05
Il numero di trapianti di organi è in calo da mesi. Il coronavirus ha influito, ma la causa principale è un'altra.
Swisstransplant
Fonte 20Minuten/Nathan Keusch
Nei bambini quattro cuori su cinque provengono dall'estero
Il numero di trapianti di organi è in calo da mesi. Il coronavirus ha influito, ma la causa principale è un'altra.
Con le liste d'attesa che si allungano sempre più, la cooperazione internazionale diventa fondamentale.

BERNA - Swisstransplant teme un drastico calo dei trapianti di organi: il numero di donatori in Svizzera è infatti in continua diminuzione dall'aprile 2019, sottolinea l'organizzazione. «Se la tendenza proseguirà in questo modo, il numero di trapianti annuali potrebbe scendere da 500 a 400», mette in guardia Franz Immer, direttore di Swisstransplant. «Già nel 2020 il numero di trapianti è stato basso, le liste d’attesa sono diventate più lunghe e il tasso di mortalità sulla lista d’attesa nazionale è aumentato del 50% rispetto al 2019».

Coronavirus e inconsapevolezza - Secondo Immer, i motivi di questi numeri sono da ricondurre anche alla crisi generata dal coronavirus. «Durante la prima ondata in particolare, il sistema sanitario era molto sotto pressione e sono stati prelevati e trapiantati meno organi». Ma la ragione principale è un'altra: il tasso di rifiuto, che ha raggiunto il 55%. In oltre la metà dei colloqui, i familiari non conoscono infatti il desiderio della persona deceduta. Una situazione che rende difficile acconsentire, per conto del deceduto, al processo di donazione.

Esportazione di organi - Non tutti gli organi di donatori svizzeri, comunque, trovano un ricevente adatto. Ancora Immer: «Nel campo dei trapianti, negli ultimi anni la cooperazione internazionale è diventata sempre più importante». Tramite la piattaforma Foedus e altri canali bilaterali, la Svizzera distribuisce ogni anno da cinque a dieci organi ai Paesi vicini. «Ad esempio, se un donatore ha un gruppo sanguigno raro, a volte non è possibile trovare un ricevente adatto nel proprio Paese», afferma Immer. Questo perché «ogni minuto conta» e non si può aspettare un destinatario.

Importazione di organi - Allo stesso tempo, ogni anno vengono importati in Svizzera circa 60 organi. Un numero che è persino aumentato durante l'emergenza coronavirus. Il sostegno dall'estero viene solitamente utilizzato in casi urgenti come l'insufficienza epatica acuta. In un settore in particolare, lo scambio internazionale di organi è indispensabile: «Su cinque cuori dati a un bambino in Svizzera, quattro provengono dall'estero», dice Immer. Le dimensioni e il peso del donatore e del ricevente dovono infatti adattarsi in modo molto preciso.

Una svolta con la nuova legge? - Domani il Consiglio nazionale si esprimerà sulla nuova legge sui trapianti. Finora non è consentito prelevare organi dalle persone decedute senza il consenso dei parenti e il Consiglio federale vuole disciplinare nuovamente (e diversamente) la questione: chiunque non voglia donare i propri organi dopo la morte dovrebbe in futuro dichiararlo esplicitamente. Se anche i parenti non si opporranno alla donazione, gli organi potranno essere prelevati.

Al momento il Registro nazionale delle donazioni di organi conta 120'000 persone. Circa il 90% ha dichiarato di accettare di farsi rimuovere gli organi. 

Swisstransplant
Su incarico dell’Ufficio federale della sanità pubblica, Swisstransplant è responsabile, in qualità di Servizio nazionale addetto, dell’attribuzione degli organi ai pazienti riceventi nonché della gestione della corrispettiva lista d’attesa. Organizza tutte le attività correlate all’attribuzione di organi a livello nazionale. Svolge la sua attività in stretta collaborazione con le organizzazioni di attribuzione estere. Swisstransplant detiene dal 2009 un mandato della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della sanità di coordinare a livello nazionale i compiti affidati ai cantoni nel settore della donazione di organi e tessuti ai sensi della legge sui trapianti, di sfruttare le sinergie esistenti e di garantire la collaborazione con le reti di donazione.

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