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SVIZZERAVaccinare i giovani? «La priorità restano le persone a rischio»

13.04.21 - 14:25
Lo ha detto la responsabile Sezione malattie infettive dell'UFSP sollecitata in conferenza stampa
Keystone - foto d'archivio
Vaccinare i giovani? «La priorità restano le persone a rischio»
Lo ha detto la responsabile Sezione malattie infettive dell'UFSP sollecitata in conferenza stampa
«La situazione resta fragile», ma con la campagna di vaccinazione che prosegue «le prospettive sono promettenti».

BERNA - «Il numero di nuove infezioni continua ad aumentare, anche se lentamente». Ha esordito così oggi Virginie Masserey, responsabile della Sezione malattie infettive all'UFSP, nel consueto incontro con la stampa. Nelle ultime 24 ore sono stati segnalati 2'241 contagi, mentre attualmente 211 persone necessitano di cure in terapia intensiva. Quasi tutti i nuovi contagi in Svizzera sono legati alla "variante inglese". Ma, fortunatamente, «la campagna di vaccinazione prosegue e le prospettive sono promettenti». Per la prima volta nella settimana dal 5 all'11 aprile è stata superata la soglia delle 200'000 dosi di vaccino somministrate (210'279). «Ridurre la pressione sugli ospedali resta il principio alla base della strategia vaccinale». 

Attualmente il 13% della popolazione svizzera ha ricevuto la prima dose di vaccino contro il Covid-19. Sono state somministrate 21 dosi per 100 abitanti. Masserey ha ricordato la necessità di continuare a rispettare le regole di igiene e di distanziamento sociale, ma anche di ricorrere ai test rapidi e fai da te, gratuiti per tutta la popolazione. Stando a Michael Hermann, dell'istituto di ricerca Sotomo, da un’indagine sulle vaccinazioni emergerebbe un leggero aumento da parte della popolazione svizzera della disponibilità a farsi vaccinare. Sarebbero gli uomini i più propensi rispetto alle donne, la popolazione anziana (over 64) rispetto a quella più giovane (under 35).

Se in gennaio i favorevoli al vaccino erano il 41%, il tasso è ora passato al 44%, con il 9% degli intervistati che hanno già ricevuto almeno una dose. La quota degli scettici è rimasta stabile al 23%. L'inchiesta online è stata realizzata fra l'11 e il 17 marzo. Il questionario è stato sviluppato dall'UFSP e le risposte di 1'692 persone sono state ponderate e analizzate dall'istituto Sotomo.

«Il numero di casi è attualmente troppo alto, ma la buona notizia è che la terza ondata non sta crescendo troppo ripidamente finora», ha dichiarato dal canto suo Rudolf Hauri, presidente dell’Associazione dei medici cantonali. E sulle vaccinazioni ha aggiunto: «Il numero di dosi è ancora insufficiente e le capacità devono essere adeguate». «Ci sono ancora persone che hanno diritto a essere vaccinate ora che non si sono ancora registrate». Sui "nuovi" test fai da te, la responsabile della Sezione malattie infettive all'UFSP ha spiegato che «fanno parte delle misure prese per limitare il propagarsi dei contagi», ma «non esimono dal rispetto delle regole». Si tratta, per Hauri, di «un mezzo complementare agli altri».

Sollecitata sulla possibilità di iniziare a vaccinare prima i giovani, Masserey ha risposto che «si tratta di considerazioni che vengono fatte un passo alla volta». Ma «per il momento la priorità restano le persone più a rischio». La campagna di vaccinazione dovrebbe concludersi in autunno, con tutte e due le dosi somministrate alle persone che lo vorranno. «Entro l'estate tutti coloro che lo desiderano dovrebbe ottenere almeno una dose». «Ci vuole semplicemente tempo», ha ribadito Hauri, secondo cui le sfide principali risiedono nella logistica, nelle forniture e nella disponibilità di personale.

Ci sono riaperture in vista? «A oggi non abbiamo nulla da consigliare al Consiglio federale», ha risposto ancora Masserey. «La situazione è fragile e bisogna tenere conto dell'incidenza negli ultimi 15 giorni, la presenza di pazienti Covid negli ospedali e nelle unità di terapia intensiva, l'RT, le ospedalizzazioni. Ma anche di fattori politici, economici e psicologici. Quello che posso dire è che qualora dovessero esserci degli allentamenti, la popolazione non deve abbassare la guardia, affinché questi possano poi essere mantenuti nel tempo».

Alla conferenza stampa sono presenti:

    • Virginie Masserey, responsabile della Sezione malattie infettive in seno all’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP);
    • Rudolf Hauri, presidente dell’Associazione dei medici cantonali (e medico cantonale di Zugo);
    • Michael Hermann, istituto di ricerca Sotomo (si occupa di sondaggi)
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