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SVIZZERAIl settore degli eventi «con un piede nel baratro»

08.03.21 - 14:20
Soltanto nel 2020 sono stati cancellati oltre 17'000 progetti, con un calo del fatturato del 57%
20min/Oskar Moyano
Il settore degli eventi «con un piede nel baratro»
Soltanto nel 2020 sono stati cancellati oltre 17'000 progetti, con un calo del fatturato del 57%
Ora l'associazione LiveCom Expo Event chiede alla Confederazione di prevedere uno «scudo protettivo per le cancellazioni dovute al coronavirus»

BERNA - Il settore degli eventi ha un piede nel baratro. È quanto emerge da un sondaggio condotto dall'associazione svizzera LiveCom Expo Event, in collaborazione coi partner SVTB e Tectum. Un sondaggio da cui è emerso uno scenario preoccupante.

Nell'anno di crisi 2020, oltre 17'000 progetti dell'industria degli eventi sono stati cancellati. Questo ha causato un calo del fatturato del 57%, che corrisponde a 3,19 miliardi di franchi. Circa 4'460 posti di lavoro sono andati persi solo nel 2020. Un certo numero di aziende ha cessato l'attività o si è completamente riorientato. La mancata organizzazione di fiere, eventi e congressi ha causato un buco di 10 miliardi di franchi nell'indotto.

Il Governo federale - si legge quindi in una nota - è urgentemente chiamato ad assumersi le proprie responsabilità e a inserire nella legge Covid uno scudo protettivo per le cancellazioni dovute al coronavirus a partire dalla fine dell'estate 2021.

«Anche quando la pandemia sarà finita - spiega Expo Event - la fine dell'emergenza per molte aziende sarà ancora lontana». Oltre il 70% delle aziende che hanno preso parte al sondaggio, ha chiesto un prestito Covid-19 «che richiederà anni per essere rimborsato». Inoltre, i potenziali clienti ad oggi non sono disposti a programmare quindi a fornire certezze sulle attività future.

Secondo Expo Event, sulla base dell'attuale situazione epidemiologica e dell'attuale piano di vaccinazione svizzero, anche nel 2021 e nel 2022 «ci sarà un numero impressionante di cancellazioni». Senza il necessario scudo protettivo, «sono quindi in gioco migliaia di posti di lavoro e la competitività a breve e medio termine della Svizzera come luogo dove organizzare eventi».

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