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SVIZZERAUn “freedom pass” per sani e vaccinati che vale una vita normale

24.11.20 - 08:30
L'idea arriva dal Regno Unito ma non dispiace nemmeno in Svizzera. Non mancano però le incognite
Keystone
L'Hallenstadion pieno, durante un evento, nel 2019.
L'Hallenstadion pieno, durante un evento, nel 2019.
Fonte 20 Minuten/DW/
Un “freedom pass” per sani e vaccinati che vale una vita normale
L'idea arriva dal Regno Unito ma non dispiace nemmeno in Svizzera. Non mancano però le incognite
Economiesuisse: «La svolta possibile con i test rapidi», l'UFSP: «È ancora troppo presto»

BERNA - L'idea l'ha lanciata il premier britannico Boris Johnson sulle pagine del Telegraph: un "freedom pass" per chi è sano e che garantisce la possibilità di una vita normale, con possibilità di andare allo stadio, nei bar e lasciare a casa la tanto odiata mascherina. L'obiettivo dichiarato è quello di permettere all'economia di ritornare, gradualmente, alla normalità.

Come ottenerlo? Dipende, si pensa al vaccino che arriverà fra qualche mese ma anche ai test (rapidi e non). Stando all'ipotesi di Johnson, con due tamponi positivi nell'arco di una settimana si può garantire di essere sani, e sarebbero quindi sufficienti per ottenere il pass. 

Interessante sì, ma chi vigila? - Una possibilità, quella di un documento ufficiale che possa attestare il portatore di essere "senza Covid" che potrebbe avere molti risvolti positivi, conferma l'epidemiologo basilese Heiner Bucher: «Sarebbe molto pratico per viaggiare fuori dai confini nazionali, il tampone è già richiesto per imbarcarsi per molti Paesi, in questo caso si faciliterebbe la mobilità globale. Resta però il dubbio su quale debba essere l'autorità predisposta a questo tipo di documenti, soprattutto per quanto riguarda la sua validità internazionale».

SI torna a parlare del passaporto d'immunità - Assieme a quella del Freedom Pass, si riapre anche la discussione sul cosiddetto "passaporto d'immunità" dal virus, sul quale si dibatte già da tempo, anche a livello politico.

Se da una parte l'ipotesi non dispiacerebbe a una parte della politica, al mondo economico e alla popolazione (a favore 6 svizzeri su 10, secondo un recente sondaggio dello Swiss Medical Weekly), dall'altra la proposta era già stata cassata dalla task-force scientifica federale.

Il motivo? Rischia di creare una spaccatura fra cittadini di prima (i sani certificati) e seconda classe (tutti gli altri) e una situazione di palese discriminazione.

«Costi esorbitanti, si punti sui test rapidi» - Taglia corto Rudolph Minsch di Economiesuisse, se vi sarà la possibilità di fornire libertà particolari a sani/immuni, alla fine la decisione spetterà comunque la politica a quindi al Parlamento: «Il limite sono i costi, che per uno screening a tappeto rischiano di essere esorbitanti», conferma, «l'alternativa migliore è piuttosto quella di un test rapido, oggi si usano quasi solo per andare in aereo, in un futuro potrebbero essere estesi anche ai club o agli eventi. Certo, fuori dalle Migros proprio non me li vedrei».

Secondo l'Ufficio federale della salute pubblica però è ancora troppo presto per discutere sia di freedom pass sia di passaporto d'immunità: «Prima sarà necessario valutare l'efficacia dei vaccini, poi si vedrà. Attualmente è sicuramente troppo presto per entrare in materia», spiega la portavoce dell'UFSP Katrin Holenstein secondo la quale ci sono ancora troppi interrogativi aperti riguardo ai vaccini: proteggono solo sé stessi o anche gli altri, e per quanto tempo?

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