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SVIZZERAEventi, spettacoli e viaggi: gli organizzatori chiedono più aiuti

13.11.20 - 14:28
I sostegni previsti finora dalla Confederazione (400 milioni) sono giudicati insufficienti per sopravvivere.
Keystone
André Béchir, organizzatore di eventi
André Béchir, organizzatore di eventi
Fonte ats
Eventi, spettacoli e viaggi: gli organizzatori chiedono più aiuti
I sostegni previsti finora dalla Confederazione (400 milioni) sono giudicati insufficienti per sopravvivere.

BERNA - I settori che organizzano eventi, spettacoli, così come i rami economici legati ai viaggi chiedono un aumento significativo del sostegno federale per i casi di rigore. Dal loro punto di vista, i 400 milioni previsti dalla Confederazione per far fronte alle difficoltà generate dal coronavirus sono insufficienti.

In una conferenza stampa tenutasi oggi in modo virtuale, questi settori economici evidenziano come da marzo in alcuni casi le vendite sono crollate di oltre il 90%. Senza aiuti, la situazione attuale non è sostenibile per molte piccole e medie imprese. «Un sostegno nettamente più importante» è dunque necessario per sopravvivere nei mesi a venire.

André Lüthi, numero uno dell'agenzia di viaggi Globetrotter, ha detto che «ci vorrebbe sicuramente un miliardo di franchi». L'organizzatore di eventi André Béchir ha auspicato «un pacchetto di aiuti finanziari adeguati entro la fine dell'anno». Max Katz, presidente della Federazione Svizzera di Viaggi (FSV), ha chiesto alla Confederazione e ai Cantoni un sostegno di 600 milioni di franchi ciascuno.

Dal loro punto di vista, la soluzione attuale, che prevede misure diverse a seconda dei cantoni, non è «giusta». Poiché l'attuazione degli aiuti in casi di rigore spetta ai Cantoni, una concorrenza sleale e controversie in materia d'interpretazione e competenze sono inevitabili, afferma Christoph Kamber, presidente dell'associazione Expo Event Swiss Livecom.

La Confederazione deve «rapidamente e senza complicazioni» prendere in mano la situazione per i casi di rigore, hanno sostenuto i partecipanti alla conferenza stampa, sottolineando come molte imprese necessitano assolutamente di aiuti urgenti entro fine anno.

Le rivendicazioni espresse oggi non rappresentano una sorpresa: già sabato scorso il presidente della Conferenza dei direttori cantonali dell'economia pubblica (CDEP), Christoph Brutschin, aveva detto che i fondi per sostenere le imprese in gravi difficoltà, i cosiddetti casi di rigore, dovrebbero essere aumentati a un miliardo di franchi o anche di più.

In un'ordinanza posta in consultazione il 4 novembre, il Consiglio federale propone di mettere sul tavolo 200 milioni di franchi al massimo. La Confederazione contribuirebbe così nella misura del 50% alle misure adottate autonomamente dai singoli Cantoni dall'entrata in vigore della Legge COVID-19 a fine settembre: il totale degli aiuti raggiungerebbe dunque al massimo 400 milioni di franchi.

Il responsabile del Dipartimento federale delle finanze (DFF), Ueli Maurer, presentando il pacchetto, aveva ammesso che la cifra dovrebbe essere rivista «tenendo conto delle probabili nuove richieste». A suo avviso si tratta però di agire il più rapidamente possibile: la norma, dopo una consultazione spedita, di soli dieci giorni, dovrebbe infatti entrare in vigore il primo dicembre.

Per Brutschin solo una minoranza dei Cantoni sarà però pronta entro quella data. Per quelli che sono tenuti a elaborare una base legale non ci sarà abbastanza tempo. «Sarà già una performance da primato se ci riescono entro la fine dell'anno».

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