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SVIZZERAImprese responsabili e materiale bellico: in vista due "Sì"

03.11.20 - 06:00
Sono principalmente le donne a trainare i favorevoli, in entrambi gli oggetti in votazione
Keystone
Imprese responsabili e materiale bellico: in vista due "Sì"
Sono principalmente le donne a trainare i favorevoli, in entrambi gli oggetti in votazione
È quanto emerge dai risultati del secondo sondaggio di 20 Minuti e Tamedia sulle votazioni del 29 novembre

BERNA - Entrambe le iniziative previste in votazione il 29 novembre, sulle imprese responsabili e sul materiale bellico, si dirigono verso l'approvazione del popolo.

È ciò che emerge dal secondo sondaggio di 20 Minuti e Tamedia, a cui hanno partecipato oltre 12'000 cittadini dal 29 al 30 ottobre 2020.

I risultati confermano la tendenza emersa dal primo sondaggio, effettuato a metà ottobre, che indicava una doppia maggioranza per il "sì". A fine mese, lo ricordiamo, i cittadini elvetici si dovranno esprimere su due oggetti: l'iniziativa popolare «Per imprese responsabili - a tutela dell'essere umano e dell'ambiente», e quella «Per il divieto di finanziare i produttori di materiale bellico».

Imprese responsabili - A meno di un mese dal voto, l'apprezzamento nei confronti dell'iniziativa «Per imprese responsabili» si situa al 57%, come due settimane or sono. Mentre l'1% è ancora indeciso, è il 42% dei partecipanti a essere contrario.

Anche la polarizzazione tra partiti politici è confermata: i simpatizzanti di Verdi e PS sostengono il "sì" rispettivamente nel 96% e 92% dei casi, mentre la percentuale rimane decisamente bassa tra gli elettori dell'UDC (28%) e del PLR (23%). Il PPD si trova invece a metà strada, con il 44% di favorevoli.

Gli argomenti più forti sono rimasti gli stessi di metà ottobre: i favorevoli sostengono che il rispetto dell'ambiente e dei diritti umani debba prevalere sui profitti, mentre i contrari temono la possibile ondata di denunce contro le imprese svizzere e sottolineano l'impossibilità di controllare le complesse catene di produzione all'estero.

Materiale bellico - Il margine, nel caso della seconda iniziativa, rimane invece più basso: il "sì" ha raccolto il voto del 51% dei partecipanti, il "no", invece, del 46% degli interpellati, con il 3% che è ancora indeciso.

L'inconciliabilità dei finanziamenti con il concetto di neutralità svizzera rimane l'argomento chiave per i sostenitori dell'iniziativa. D'altra parte, i contrari sostengono che l'approvazione non porterebbe a nulla: non ci sarebbe nessun effetto sulla domanda o sull'offerta mondiale di materiale bellico.

Anche per quest'iniziativa è rimasta piuttosto marcata la chiara distinzione tra votanti di sinistra - oltre al 90% di favorevoli - e di destra - meno del 20% di favorevoli.

Sostegno al femminile - La differenza delle valutazioni tra i due sessi rimane molto marcata: nel caso delle imprese responsabili, il 65% delle donne sostiene la proposta, mentre se votassero solo gli uomini l'iniziativa verrebbe bocciata: la percentuale di favorevoli si fermerebbe al 48%. Per quanto riguarda il materiale bellico la situazione è simile: 62% di "sì" per le donne, 40% di "sì" per gli uomini.

Inoltre, entrambe le iniziative trovano un ampio sostegno nelle città (dove coloro che votano "sì" sono circa il 60-65%) e tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni: circa il 60% è favorevole. Andando avanti con l'età, aumenta invece il sostegno per il "no", per entrambi gli oggetti in votazione.

Il sondaggio

Sono 12'015 le persone da tutta la Svizzera che dal 29 al 30 ottobre hanno preso parte al secondo sondaggio 20 minuti/Tamedia sulle votazioni federali del 29 novembre 2020. Queste rilevazioni vengono condotte in collaborazione con LeeWas, che pondera i dati in base a variabili demografiche, geografiche e politiche. Il margine d'errore si attesta all'1,5%. Più informazioni su tamedia.ch/umfragen

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COMMENTI
 

Tato50 3 anni fa su tio
Si fregheranno le mani gli altri costruttori di materiale bellico per l'aumento delle comande. E i nostri andranno a timbrare ;-(

Nmemo 3 anni fa su tio
Bene è lavarsi la coscienza ambientale impedendo all’economia svizzera di trasferire inquinamenti e dissesti geo-politici in altri parti del mondo per l’estrazione di litio, cobalto, manganese, platino, nickel, alluminio, rame, grafite, terre rare, ecc. E in modo perverso, ci si pone però con il telefonino in mano, l’auto elettrica, ecc, ecc.

Evry 3 anni fa su tio
avanti cosi e ragiungeremo l'età della pietra
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