«La coda diventava sempre più grande» spiega una testimone
Secondo il portavoce dell'ospedale, uno dei motivi è la possibilità di poter fare il test senza un preavviso
SOLETTA - Un'attesa interminabile: oltre tre ore di fila per poter fare il tampone per scoprire se si è positivi al coronavirus.
Il centro per i test del coronavirus dell'Ospedale di Soletta è stato oggi preso letteralmente d'assalto. Una testimone ha raccontato al portale 20 Minuten di aver fatto più di tre ore di coda: «la fila di persone si allungava sempre di più».
Le foto che provengono da Soletta sono effettivamente impressionanti. «La gente non riusciva a credere ai propri occhi quando vedeva la coda».
Comunque, la 20enne presente sul luogo ha confermato che le persone in attesa hanno sempre rispettato le direttive sanitarie: «le misure igieniche e le regole sulla distanza sociale sono state rispettate durante la coda» ha spiegato, probabilmente poiché essendo in dubbio sulla positività, «tutti erano consapevoli del rischio».
Poche alternative - Tra le persone in coda anche un 31enne di Rothrist, nel Canton Argovia, che non si spiega come sia possibile che non ci siano ospedali che facciano i test nel fine settimana nelle vicinanze: «Non ho proprio avuto possibilità di fare il tampone più vicino a casa».
L'uomo non capisce perché alcuni ospedali non offrano degli esami nel fine settimana: «Dovrebbero essere disponibili ovunque», soprattutto vista la situazione delicata.
«C'è molto da fare, in tutti i centri» - Il portavoce dell'Ospedale di Soletta, Hannes Triofini, ha dichiarato che il centro dei test dell'ospedale può fare circa duecento test per il Covid-19 nell'arco temporale di nove ore.
Se necessario è possibile anche aumentare il numero di corsie, e quindi la velocità dei tamponi, a seconda del volume, ma a tutto c'è un limite.
Gli ospedali di Soletta hanno un totale di tre centri di prova, ha poi spiegato Triofini: «Al momento, c'è molto da fare ovunque, e sussiste la possibilità di fare il test senza preavviso: ecco perché è possibile che si creino code con numerose persone».