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SVIZZERAMigliorare la raccolta dati trasmettendoli in forma digitale

17.08.20 - 20:02
Le autorità fanno (parziale) mea culpa dopo i recenti errori commessi nella comunicazione dei dati.
Keystone
Fonte ats
Migliorare la raccolta dati trasmettendoli in forma digitale
Le autorità fanno (parziale) mea culpa dopo i recenti errori commessi nella comunicazione dei dati.
Per l'Ufficio federale della sanità pubblica i dati andrebbero trasmessi in forma digitale. Non, come avviene tuttora, scegliendo liberamente la modalità.

BERNA - La raccolta di dati relativi al nuovo coronavirus in Svizzera «può essere migliorata». È quanto ritiene l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), recentemente travolto dalle critiche in seguito a diversi errori commessi nella comunicazione delle informazioni. Secondo l'autorità, medici e ospedali dovrebbero inviare i dati raccolti sempre più in forma digitale.

Fino a questo momento, infatti, medici, ospedali e cantoni potevano scegliere liberamente il modo in cui trasmettere i dati, sebbene esista un modulo elettronico standardizzato. In alcuni casi le informazioni vengono invece trasmesse via fax oppure tramite e-mail.

Ognuno finora poteva infatti notificare nel modo che riteneva più pratico. In seguito, i collaboratori dell'UFSP registravano i dati manualmente, ha spiegato oggi alla radio della SRF Sang-Il Kim, responsabile della trasformazione digitale presso l'UFSP.

Nella trasmissione di questi dati possono tuttavia verificarsi errori o malintesi. Per evitare ciò, l'UFSP vuole ora far «trasmettere tutto ciò che è possibile in forma digitale», ha affermato Sang-Il Kim.

Sbagliando si impara? - Venerdì l'UFSP si era reso protagonista di un imbarazzante malinteso. In un incontro con la stampa, Stefan Kuster, responsabile per le malattie trasmissibili presso l'UFSP, aveva confermato il decesso per coronavirus di un paziente tra i 20 e i 30 anni domiciliato nel canton Berna. Ma la notizia è stata smentita poche ore dopo dal Dipartimento bernese della sanità, il quale ha affermato che si trattava di un errore e che l'informazione sbagliata era dovuta a una confusione nel rapporto clinico di una persona in isolamento e che non presenta sintomi gravi della malattia.

Non era la prima volta che l'UFSP commetteva un errore nella presentazione dei dati. A inizio agosto l'ufficio federale ha pubblicato una tabella in base alla quale il rischio d'infezione era maggiore nei locali notturni e nei ristoranti. Pochi giorni dopo le informazioni sono state corrette e l'UFSP ha dichiarato che la maggior parte dei contagi avviene all'interno dei nuclei famigliari.

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