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SVIZZERAGinevra: quasi il 90% della popolazione rimane esposto al virus

12.06.20 - 19:25
Uno studio pubblicato su The Lancet mostra l'estensione del contagio nel canton Ginevra, il secondo per numero di casi
keystone-sda.ch / STF (archivio)
Ginevra: quasi il 90% della popolazione rimane esposto al virus
Uno studio pubblicato su The Lancet mostra l'estensione del contagio nel canton Ginevra, il secondo per numero di casi

GINEVRA - La curva del contagio in Svizzera, nonostante le riaperture, si è pressoché appiattita del tutto in queste ultime settimane. I nuovi casi registrati a livello nazionale nelle ultime 24 ore sono complessivamente 19. Mantenere la guardia alta è però una necessità, come dimostra un’indagine sulla sieroprevalenza nel canton Ginevra, pubblicata da The Lancet.

Dai risultati emerge infatti che solamente il 10,8% della popolazione ginevrina (che si attesta attorno al mezzo milione di persone) ha contratto il nuovo coronavirus durante l’emergenza sanitaria. Si parla quindi di poco più di 50mila persone, a fronte di 5'165 casi registrati dalle autorità cantonali.

Lo studio, condotto sull’arco di cinque settimane (dal 6 aprile al 9 maggio) da un team dell’Ospedale universitario di Ginevra (HUG), ha coinvolto un campione di 2'766 persone che hanno subito un prelievo di sangue e hanno dovuto rispondere a un questionario.

Ginevra è il secondo cantone più colpito (dopo Vaud) per numero di casi, ma nonostante l’alta prevalenza del virus «la maggioranza della popolazione non è stata infettata durante la pandemia», scrivono gli autori. È inoltre interessante notare come i bambini piccoli (tra i 5 e i 9 anni) e le persone più anziane (sopra i 65 anni) hanno mostrato una sieroprevalenza nettamente più bassa rispetto alle altre fasce d’età.

Questione d'età? - A tal proposito, quanto emerge dallo studio in merito agli effetti del SARS-CoV2 sembra fornire un’ulteriore conferma sul fatto che il virus colpisca in modo sensibilmente meno duro i più giovani.

Il discorso necessita invece di ulteriori approfondimenti per le fasce d’età più avanzate. La loro bassa sieroprevalenza potrebbe infatti essere il risultato del funzionamento delle misure di distanziamento sociale. Tuttavia, sottolineano i ricercatori dell’HUG, non si può escludere che una risposta piu debole in termini di immunoglobuline G (IgG) possa essere legata anche all'invecchiamento.

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