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SVIZZERA«Nessuna quarantena dopo aver fatto shopping a Milano»

18.05.20 - 14:07
Daniel Koch e Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch hanno fatto il punto della situazione coronavirus in Svizzera.
Keystone (archivio)
«Nessuna quarantena dopo aver fatto shopping a Milano»
Daniel Koch e Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch hanno fatto il punto della situazione coronavirus in Svizzera.
A Berna si è parlato anche dell'apertura unilaterale decisa dall'Italia per il 3 giugno

BERNA - Nuovo momento informativo da Berna per fare il punto della situazione sull'emergenza coronavirus nel nostro Paese. A livello sanitario, la Svizzera è sulla buona strada, con solo 10 nuovi casi nelle ultime 24 ore. Alla conferenza stampa sono presenti il capo della sezione "malattie trasmissibili" dell'UFSP Daniel Koch e la direttrice della SECO Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch.

«Situazione rallegrante» - A una settimana esatta dalla riapertura di bar e ristoranti, gli esperti hanno fatto un primo bilancio. Koch dal punto di vista sanitario, Ineichen-Fleisch da quello economico. «Ci auguriamo naturalmente che i numeri relativi ai nuovi contagi - 10 su 2'400 test effettuati - e alle ospedalizzazioni rimangano quelli di questi ultimi giorni. La situazione è rallegrante», ha sottolineato Koch.

Sulla ritrovata mobilità delle persone, Koch ha detto che la gente si sposta comunque ancora molto meno rispetto al periodo pre-pandemia. È invece cresciuto l'utilizzo delle biciclette per gli spostamenti. «Le misure che abbiamo adottato hanno avuto e hanno ancora un impatto significativo sul movimento della popolazione», ha concluso Koch.

Commercio internazionale - Dopo Koch ha preso la parola Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch: «Le esportazioni contribuiscono a circa un terzo del PIL svizzero». L'integrazione della Svizzera nell'economia globale è quindi cruciale, «un'opportunità e non uno svantaggio». «Negli ultimi mesi - ha aggiunto - ci siamo però resi conto che anche la Svizzera fa affidamento sulle importazioni». Lo si è notato per l'importazione di dispositivi di protezione. La Seco cerca quindi di far valere gli interessi della Svizzera a livello internazionale.

In ogni caso - ha assicurato Ineichen-Fleisch - non ci sono problemi di approvvigionamento in questa fase, anche se il trasporto aereo del materiale è costoso e la domanda nel settore degli indumenti di protezione medica è ancora elevata. 

«Un grosso rischio» - Terminati i due interventi, è stato il momento delle domande dei giornalisti presenti in sala. Una interessava gli assembramenti registrati nel weekend a Basilea (ma non solo). Koch: «Questo è un grosso rischio. Basta un caso e bisogna cercare tutti i contatti, per questo motivo bisogna evitare assolutamente una situazione come quella di sabato sera». In Corea del sud, ha sottolineato il delegato dell’UFSP per l’emergenza coronavirus, l’accertamento di un caso ha fatto sì che si dovessero successivamente ricercare qualcosa come 1’500 contatti.

I ponti non diventino un boomerang - «La situazione non è più drammatica come a Pasqua, quindi godetevi questi giorni», ha detto chiaramente Koch parlando degli imminenti ponti. Tuttavia si devono sempre rispettare le misure di distanza e igiene, per evitare che questi giorni diventino un boomerang e si finisca per dover ancora intervenire». 

Mascherine nei trasporti pubblici - Nei trasporti pubblici, se non è possibile mantenere le distanze (almeno 2 metri) dagli altri, è consigliato l'uso delle mascherine «ma non è obbligatorio», ha detto ancora Koch. Molto più importanti sono le altre norme igieniche, come lavarsi le mani. «Se utile e necessario, però, le raccomandazioni verranno adattate».

Inoltre, se vengono rispettate le distanze, le manifestazioni con al massimo cinque persone sono di nuovo consentite. In questo modo si torna a garantire il diritto di riunione e la libertà d'espressione.

Apertura unilateriale - L'Italia ha deciso unilateralmente di aprire le frontiere dal 3 giugno. «Può farlo - è stato confermato in conferenza stampa - ma anche la Svizzera decide autonomamente quando aprire i suoi confini». Di conseguenza è possibile che dal 3 giugno gli svizzeri potranno recarsi in Italia ma non viceversa. «L'obiettivo era però quello di avere un approccio coordinato». 

Koch afferma che in caso di apertura unilaterale, le informazioni saranno sicuramente fornite alla frontiera. Ma tende ad escludere la quarantena. «Non credo che bisognerà restare in quarantena dopo aver fatto shopping a Milano».

L'arrivo dell'estate - Il numero di infezioni è diminuito in modo drastico. Una spiegazione potrebbe essere l'aumento della temperatura. «L'arrivo dell'estate potrebbe essere un fattore, ma in questo momento non c'è nessuna certezza. Comunque, il comportamento della popolazione ha aiutato veramente tanto il calo drastico dei contagi», ha detto Koch. 

Perché due metri? - La Svizzera raccomanda i due metri di distanza, altri Paesi solo un metro. Koch: «Vogliamo essere sicuri che la distanza sia sufficiente. A una distanza di un metro ti avvicini molto all'altra persona. Anche la velocità massima permessa in autostrada non è la stessa in tutti i Paesi».

Almeno un anno per un vaccino - I ricercatori stanno lavorando sodo per trovare un vaccino contro il Covid-19. Ma questo vaccino probabilmente non sarà disponibile entro un anno. «Ecco perché è importante osservare le misure sanitarie della Confederazione», ha affermato in conclusione Daniel Koch.

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