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SVIZZERA/SVEZIA«Alla frontiera svedese non hanno fatto caso al mio arrivo»

11.05.20 - 22:13
Da una settimana il politico Silvan Amberg si trova nel paese nordico che non prevede restrizioni di viaggio
Archivio Keystone
Fonte 20 Minuten/Lena Stadler
«Alla frontiera svedese non hanno fatto caso al mio arrivo»
Da una settimana il politico Silvan Amberg si trova nel paese nordico che non prevede restrizioni di viaggio
Tuttavia anche lì il settore turistico è in crisi per la mancanza di visitatori dall'estero

ZURIGO - Per gli amanti dei viaggi (all'estero) è un periodo davvero difficile. E nonostante diversi paesi stiano allentando le misure adottate contro la diffusione del nuovo coronavirus, molte frontiere restano chiuse ai turisti. Oppure sono previsti dei periodi di quarantena. Ma tutto questo non vale per la Svezia, che permette l'ingresso a tutti i cittadini provenienti dall'area Schengen.

Un'opportunità che è stata colta al volo da Silvan Amberg, copresidente del partito dell'indipendenza Up. Come dichiarato da lui stesso sui social, era stufo del lockdown elvetico. Ma per una partenza per l'estero, non c'erano molte possibilità: «La Svezia è l'unico paese che non prevede restrizioni all'ingresso e che permette alla gente di spostarsi liberamente». E al suo arrivo nel paese nordico «a nessuno interessava il motivo del mio ingresso, all'aeroporto di Stoccolma hanno soltanto controllato il mio passaporto».

Ora è da una settimana che Amberg si trova in Svezia, dove comunque l'emergenza Covid-19 si percepisce, a suo dire: appena fuori da Stoccolma sono pochi i turisti stranieri, le tariffe degli alberghi sono più basse del solito e molti ristoranti sono chiusi. Tuttavia, Amberg osserva che gli svedesi affrontano la crisi con più tranquillità: «Certo, dappertutto ci sono cartelli e molti girano con prodotti disinfettanti, ma la gente non ha paura come in Svizzera». E le offerte per il tempo libero sono limitate: «La maggior parte delle discoteche e dei cinema è chiusa, ma musei e bar sono aperti. Ora in Svezia la vita fuori di casa sta ricominciando».

«Solo gli svedesi fanno vacanza» - La presenza di Amberg - un turista straniero - in Svezia appare comunque ancora come un'eccezione. Lo dicono anche Daniel e Pascale Walder, una coppia svizzera che in Svezia gestisce il campeggio Färnebofjärden: quattro settimane fa i due hanno deciso di rinunciare alla stagione 2020. «Già prima della nostra decisione, avevamo ricevuto molte cancellazioni. Per tutto il mese di maggio, le prenotazioni sono state annullate. Soltanto un paio di svedesi volevano ancora fare vacanza» spiega Daniel Walder. «Negli anni passati avevamo anche molti ospiti dalla Svizzera. Ma visto che ora praticamente tutta la clientela straniera ha annullato le vacanze, per noi il rischio finanziario sarebbe stato troppo elevato». La coppia ha quindi deciso di restare in Svizzera e di mantenere il lavoro “invernale”.

Ci provano invece Caroline e Daniel Schafer, due svizzeri emigrati in Lapponia svedese, dove gestiscono il resort Sandsjögården: dal prossimo 1. giugno per la struttura partirà quindi la stagione estiva. «Il nostro target principale sono i visitatori elvetici. È una grande sfida conciliare lo sviluppo della situazione in Svizzera con la possibilità di viaggiare verso la Svezia» afferma Caroline Schafer. Si prospetta comunque, secondo la coppia, un'estate tranquilla. Anche se per ora le cancellazioni sono poche. Secondo loro, nel resort il «social distancing» avviene naturalmente: «Nella località in cui ci troviamo, ci sono appena 0,3 abitanti per chilometro quadrato».

Si punta sulle isole - Per la Svezia non ci sono restrizioni. Ma le agenzie di viaggio elvetiche non riscontrano molto interesse per il paese nordico. Così una portavoce di Tui: «Tra giugno e agosto c'è richiesta soprattutto per le nostre offerte in Svizzera. Le prenotazioni per l'estero sono poche». La situazione è poi diversa per settembre e soprattutto per le vacanze autunnali, dove Tui registra una forte domanda per Grecia, Spagna o Turchia. Un andamento analogo lo osserva Kuoni: «Per ora i clienti sono restii a prenotare le vacanze estive» afferma il portavoce Markus Flick. «Ma ora ci aspettiamo un incremento delle richieste per alcune isole spagnole e greche che stanno attualmente elaborando dei piani di protezione per la stagione turistica estiva». Servono però ancora l'approvazione delle autorità e i collegamenti aerei.

Lo scorso venerdì, Swiss ha reso noto che a partire da giugno sarà gradualmente estesa la rete delle destinazioni. A partire da Zurigo saranno operati circa 140 voli settimanali verso 30 scali europei. Per Ginevra si parla invece di 40 voli alla settimana verso 14 mete europee. A bordo sarà necessario indossare una mascherina.

So, meine Damen und Herren, genug ist genug. Ich geh jetzt ins Corona-Asyl nach Schweden, bis hier wieder Vernunft eingekehrt ist und man sich frei bewegen kann. #coronaasyl #endthelockdown #SwedenWasRight https://t.co/vKunWbVjUZ

— Silvan Amberg (@silvan_amberg)

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