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SVIZZERALa Svizzera prova a uscire dal tunnel: «Fondamentale il contact tracing»

11.05.20 - 14:17
Nella giornata di oggi è scattata la fase due degli allentamenti.
Keystone
La Svizzera prova a uscire dal tunnel: «Fondamentale il contact tracing»
Nella giornata di oggi è scattata la fase due degli allentamenti.
Gli esperti da Berna commentano la situazione. Koch: «I numeri sono molto positivi. Anche le persone a rischio potranno muoversi un po' più liberamente». Previsto un allentamento anche nelle case per anziani.

BERNA - Confortata dai contagi in continuo calo e da un rallentamento costante della pandemia, è scattata oggi la fase due dell'uscita dal lockdown. In Svizzera oggi hanno riaperto i battenti le scuole dell'obbligo, ristoranti, bar ed esercizi commerciali, oltre alle biblioteche, ai musei e ai centri fitness. Per commentare questo importante (e ulteriore) passo verso la normalità oggi a Berna si è tenuta la consueta conferenza stampa con gli esperti. Il primo a prendere la parola è stato il delegato dell'UFSP per il Covid-19 Daniel Koch. «I numeri sono molto positivi. La curva si sta veramente appiattendo e speriamo che possa continuare così anche dopo gli allentamenti di oggi». Con cifre così basse - spiega Koch - sarà nuovamente possibile tracciare i contagi. «Questa strategia del Contact Tracing speriamo riesca a mantenere piatta la curva». Il delegato dell'UFSP ha pure sottolineato che i contagi sono diminuiti benché il numero di tamponi effettuati è rimasto costante.

Test fondamentali - Per Koch nel futuro sarà fondamentale testare chiunque abbia dei sintomi ricollegabili al Covid-19. «Chiunque abbia sintomi parainfluenzali dovrà andare dal dottore ed effettuare un test».

Persone a rischio un po' più libere - Per quanto riguarda le persone vulnerabili - secondo Koch - esse «dovrebbero avere un po' meno paura del contagio» e «potranno ricominciare a muoversi un po' più liberamente». A ogni modo il deputato per il Covid-19 sconsiglia sempre che le persone a rischio utilizzino mezzi di trasporto pubblici e che vadano a fare la spesa.

Allentamento nelle case anziani? - Dopo quasi due mesi di confinamento, la Confederazione sta pensando pure a un allentamento delle misure nelle case di riposo. «Ma l'allentamento - precisa Koch - varierà da cantone a cantone e a dipendenza dalla situazione. Naturalmente le raccomandazioni sull'igiene e sulla distanza dovranno essere mantenute».

La situazione al confine - Christian Bock, direttore dell'Amministrazione federale delle dogane, ha fatto il punto della situazione al confine svizzero. «Attualmente la dogana viene oltrepassata dai frontalieri e da chi dimostra di trovarsi in situazione di necessità. Queste misure sono attuate da tutte le nazioni confinanti». I controlli alle dogane - precisa Bock - saranno diminuiti. «Ora l'Amministrazione delle dogane potrà valutare quali controlli fare e dove. Non sarà più necessario fermare ogni singola persona in tutti i valichi». 

Ricongiungimento familiare - Cornelia Lüthy, vice-direttrice del SEM, ha specificato che il ricongiungimento familiare di cittadini svizzeri ed europei che vivono in Svizzera è nuovamente possibile. «Questo per i coniugi, i figli fino ai 21 anni, nonni e genitori». Saranno possibili anche i viaggi d'affari ma solo in caso d'inequivocabile «urgenza».  «Faremo eccezioni puntuali. Per queste dovranno essere mostrati tutti i documenti alla frontiera».

Disastro economico - L'economia, che oggi prova la ripartenza, è stata pesantemente colpita dalla pandemia. Boris Zürcher, capo di direzione del lavoro alla SECO, sgranella qualche cifra per far capire l'ampiezza del problema. «I numeri si sono stabilizzati. Però sono state ben 185'375 aziende che hanno ottenuto il lavoro ridotto per oltre 1.8 milioni di dipendenti». Particolarmente toccato, naturalmente, è il settore della ristorazione con il 75% delle imprese che ha richiesto il lavoro ridotto. Anche la disoccupazione cresce: «Attualmente abbiamo ricevuto più di 159'000 annunci. 600 persone al giorno ne fanno richiesta». 

«Mascherine e disinfettanti sufficienti» - L'ultimo a prendere la parola è Markus Näf, responsabile dell'approvvigionamento in tempo di crisi, che fa chiarezza su uno dei punti più discussi durante questa pandemia: ovvero la disponibilità di mascherine. «In Svizzera ce ne sono a sufficienza per la popolazione. Si possono acquistare praticamente dappertutto. Ne abbiamo distribuite circa 42 milioni ai commercianti, 18 dei quali solo nelle ultime due settimane. Altre 30 milioni di mascherine sono in arrivo». Le forniture sono quindi garantite. E lo stesso discorso vale pure per il disinfettante. «Monitoriamo la situazione da vicino. L'obiettivo è quello di avere scorte sufficienti per almeno 40 giorni. Attualmente riteniamo gli acquisti conclusi, ma in caso di bisogno non avremo difficoltà a rifornirci nuovamente sul mercato internazionale».

Alla conferenza sono presenti Daniel Koch, delegato dell'UFSP per il Covid-19; Christian Bock, direttore dell'Amministrazione federale delle dogane; Boris Zürcher, capo di direzione del lavoro alla SECO; Markus Näf, brigadiere responsabile dell'approvvigionamento dell'esercito; Cornelia Lüthy, vice-direttrice del SEM.

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