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SVIZZERALacrime amare per il turismo: «Possiamo sperare solo su quello domestico»

20.04.20 - 14:21
In conferenza stampa è stato fatto un nuovo punto della situazione sull'emergenza legata al coronavirus.
Keystone
Lacrime amare per il turismo: «Possiamo sperare solo su quello domestico»
In conferenza stampa è stato fatto un nuovo punto della situazione sull'emergenza legata al coronavirus.
Erik Jakob della SECO: «Settore del turismo in seria difficoltà». Patrick Mathys dell'UFSP: «Siamo tutti stanchi, ma la normalità non è ancora alle porte»

BERNA - Nuovo momento informativo, questo pomeriggio, sulla situazione legata al coronavirus. In Svizzera - ricordiamo - si contano al momento 27'944 casi confermati, 204 in più rispetto a 24 ore fa. I decessi a livello nazionale sono almeno 1'142. In Ticino le vittime hanno raggiunto quota 288, mentre i contagi sono 3'058. 

All’incontro con i media erano presenti Patrick Mathys, capo della sezione Gestione delle crisi e cooperazione internazionale dell’UFSP, Erik Jakob, capo della direzione per la promozione della piazza economica alla SECO, e il brigadiere Raynald Droz, capo dello Stato maggiore del comando operativo. A Berna non c'era invece il consigliere federale a capo dell’UFSP Alain Berset, che oggi si è recato in visita nei Grigioni per incontrare una delegazione del Consiglio di Stato.

Bene l'Europa, male l'Asia - Il primo a prendere la parola è stato Mathys, che ha fornito un aggiornamento della situazione a livello mondiale ed europeo. «La velocità della diffusione in Europa è, in generale, rallentata. In Austria per la prima volta si è scesi sotto i 100 nuovi contagi in un giorno. Diversa la situazione in Russia, confrontata con una «crescita spaventosa». Anche in alcune zone dell'Asia la situazione è tornata a essere «preoccupante».

La sfida del 27 aprile - Anche in Svizzera le cifre sono al ribasso (200-400 nuovi casi al giorno) «e per la prima volta possiamo dire che le persone che sono sottoposte a cure intense sono in costante calo», ha aggiunto. Oggi sono circa 260. «Siamo però confrontati a una nuova grande sfida: prepararci all'allentamento del lockdown previsto per il 27 aprile».

Turismo in difficoltà - Erik Jakob ha focalizzato il suo intervento sul turismo. «Oggi tutto il turismo è colpito dall'emergenza. Non solo quello alpino, come avvenuto a causa del franco forte, ma anche il turismo d'affari». Il calo della domanda rispetto allo scorso anno è vicino al 95%. Per quest'anno, la SECO calcola una diminuzione del fatturato fino al 35% e poi un lenta ripresa nella seconda metà dell'anno in corso, che dipenderà però anche dal ritmo della riapertura delle strutture. Secondo Jakob, tuttavia, una normalizzazione è attesa non prima del 2022. «Per il breve periodo bisognerà quindi promuovere soprattutto il turismo domestico». 

Militi positivi - Il brigadiere Droz ha fatto il punto della situazione per quanto riguarda l'impiego dell'esercito in questo periodo e fornito alcuni dati. «Sia i militi in isolamento, sia quelli positivi al covid-19 sono in diminuzione». In tutto sono 66 quelli risultati positivi al test, «ma la situazione è sotto controllo». Attualmente sono 221 i soldati in quarantena e 33 quelli posti in isolamento. 

Test sierologici - «I test sierologici permettono di dimostrare se una persona è positiva o meno, ma non se è immune. Inoltre non sono ancora stati convalidati, e quindi non sono sicuri al 100%. L'affidabilità è limitata e quindi potrebbero essere anche pericolosi perché darebbero false certezze alla popolazione», ha risposto Patrick Mathys a un giornalista presente in sala.

Funerali un po' meno intimi - Il momento dedicato alle domande è proseguito con vari temi come lo sport - «quelli individuali, in cui non c'è un contatto, si possono fare» - o i riti religiosi. Sui funerali, «non si parlerà più di stretta cerchia familiare ma di cerchia familiare un po' più allargata» ha detto Mathys.

Piccoli commerci - Mathys ha ammesso che c'è una certa disparità di trattamento fra la grande distribuzione e i piccoli commercianti. Ma l'obiettivo principale è limitare il numero di persone negli spazi pubblici. Il successo nella lotta contro il virus è dovuto a questo. Non si vuole che il virus si diffonda di nuovo in modo esponenziale.

Grandi manifestazioni - La SECO non è ancora in grado di determinare quando saranno nuovamente consentite le grandi manifestazioni. Pongono un «enorme rischio», secondo Mathys. Al momento, tuttavia esiste la possibilità che non possano aver luogo almeno fino a luglio.

La popolazione è stanca - «Siamo tutti stanchi, ma anche questa è una sfida», ha concluso Mathys. La normalità non è ancora alle porte, il mantenimento della distanza ci accompagnerà ancora nei prossimi mesi.

Tutte le informazioni sulla situazione relativa al coronavirus in Ticino e in Svizzera sono disponibili su www.bag.admin.ch/nuovo-coronavirus e su www.ti.ch/coronavirus. Per qualsiasi dubbio è attiva la seguente infoline gratuita: 0800 144 144 (tutti i giorni dalle 7 alle 22). È disponibile anche la Hotline Coronavirus a livello federale allo 058 463 00 00.   

Si ricorda che il Coronavirus può colpire anche le fasce adulte e più giovani della popolazione. Pertanto è fondamentale che tutti si attengano rigorosamente alle regole d’igiene e alla distanza sociale, misure emanate dalle autorità cantonali e federali.

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