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SVIZZERAQuelle due ruote che con la pandemia forse sarebbe meglio lasciare in garage

08.04.20 - 23:45
Ma che in molti prendono lo stesso per fare gite lunghe, per poi infortunarsi. L'allarme delle polizie
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Fonte 20 Minuten/Bettina Zanni
Quelle due ruote che con la pandemia forse sarebbe meglio lasciare in garage
Ma che in molti prendono lo stesso per fare gite lunghe, per poi infortunarsi. L'allarme delle polizie
Non ci stanno però gli appassionati di moto e bici: «Guidiamo con cautela, lasciateci uscire»

ZURIGO - Se stiamo tutti a casa, evitiamo di ammalarci e di appesantire il già grave fardello degli ospedali. È questa la filosofia alla base della richiesta delle autorità ai cittadini svizzeri. 

Malgrado ciò sono diversi i cittadini elvetici che, questo fine settimana, hanno tirato fuori dal garage la loro fida due ruote per fare una gita lunga, magari sui nostri splendidi passi... finendo poi coinvolti in diversi incidenti.

Lo confermano i rapporti delle polizie di Svitto, Appenzello che parlano di un weekend - l'ultimo - caratterizzato sì dal bel tempo ma anche da cadute di motociclisti che hanno necessitato l'intervento dei soccorsi.

Un'eventualità, questa, che preoccupa seriamente la polizia e che ha portato la cantonale di Uri ha diramare un appello alla popolazione: «Evitate le gite in moto, una caduta anche semplice può portare a un ricovero in ospedale per diversi giorni», ribadisce il portavoce Stefan Blätter, «nella situazione attuale è imperativo preservare la capacità degli ospedali al massimo». 

Problematiche, in questo senso, potrebbero essere anche le biciclette con le quali nel 2019 si sono infortunati 4'600 svizzeri contro i 3'400 centauri.

Ma gli appassionati dei motori non ci stanno: «Perché mettere alla gogna un'intera categoria di persone?», tuona il Rolf Kündig del Motor Club Thundorf  secondo il quale concedersi una rombata - con tutta la cautela del caso - durante la crisi Covid-19 non è un gran peccato: «o dobbiamo restare a casa finché non schiattiamo?».

Critico anche Matthias Aebischer di Pro Velo Svizzera: «La maggior parte degli incidenti si verificano in casa, andare in bici e farsi male non sono sinonimi... Il ciclismo è salutare, chi lo fa o sta iniziando adesso a farlo fa la cosa giusta. Certo, preferendo percorsi più semplici e non andando veloci come al solito. Questa è la mia strategia».

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