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SVIZZERA / AUSTRIAIl "paziente zero" di Ischgl sarebbe una cameriera svizzera

02.04.20 - 15:49
La nota località tirolese è diventato uno dei principali focolai d'Europa.
Keystone
La stazione sciistica è nota per i suoi affollati après ski
La stazione sciistica è nota per i suoi affollati après ski
Fonte ats
Il "paziente zero" di Ischgl sarebbe una cameriera svizzera
La nota località tirolese è diventato uno dei principali focolai d'Europa.
Centinaia di turisti contagiati hanno fatto causa contro le autorità. Si tratta della prima "class action" per la pandemia da Coronavirus

ISCHGL - Sarebbe una cameriera svizzera il cosiddetto "paziente zero" del coronavirus a Ischgl, comune austriaco di 1600 abitanti nell'est del Tirolo e al confine settentrionale della Bassa Engadina. Si è ammalata il 5 febbraio ma solo con lievi sintomi e ora è sana.

Lo ha detto in una conferenza stampa odierna il capo della divisione di medicina umana dell'ente sanitario austriaco AGES (Agentur für Gesundheit und Ernährungssicherheit) Franz Allerberger, precisando che la donna è risultata positiva più di un mese dopo la lieve malattia, il 9 marzo.

Ischgl focolaio d'Europa - Solo in Austria, 611 infezioni da Covid-19 sono direttamente attribuibili alla località turistica di Ischgl. La nota stazione sciistica è diventata uno dei principali focolai dell'infezione in Europa e 2500 turisti contagiati hanno fatto causa contro le autorità tirolesi e la Repubblica austriaca per gravi negligenze. Si tratta della prima "class action" per la pandemia da Coronavirus.

Attualmente AGES ha analizzato più di 40 cosiddetti coronavirus-cluster (gruppi, focolai d'infetti) in Austria. Sotto il nome di "Cluster S Ischgl", sono stati analizzati i gruppi di casi partiti dalla regione di Paznaun.

Errore di valutazione - Finora, era un barista del ristorante dopo-sci "Kitzloch" di Ischgl a essere accusato di essere la prima persona infetta ad averne contagiate molte altre persone. Invece, secondo l'analisi dell'AGES, la fonte primaria è la cameriera svizzera dello stesso bar, che aveva solo sintomi lievi e non è andata da un medico. Non è chiaro dove la donna abbia contratto la malattia.

Il barista è stato il primo ad essere diagnosticato come infettato, ed «è stato l'unico ad andare dal medico», ha spiegato Allerberger. Di conseguenza, era stato erroneamente ritenuto il presunto untore. Importante per il tracciamento dei contatti è «il giorno dell'inizio della malattia, quello della diagnosi in molti casi non dice nulla», ha sottolineato il capo dell'agenzia sanitaria secondo il quale le persone infette sono contagiose «solo otto giorni».

La «paziente zero» è «sana come un pesce» e lo stesso vale per gli altri dipendenti del bar, che hanno tutti al massimo 50 anni, ha aggiunto Allerberger, citato dall'agenzia APA.

Responsabilità penali - La settimana scorsa, la procura di Innsbruck ha aperto un fascicolo sulla vicenda di Ischgl per verificare eventuali responsabilità penali. L'Associazione austriaca per la protezione dei consumatori (VSV, Verbraucherschutzverein) ha in seguito lanciato un appello sul suo sito internet, comunicando che chiunque si trovasse in vacanza a Ischgl o in uno dei villaggi vicini a partire dal 5 marzo e dopo è stato trovato positivo al Coronavirus, potrebbe "avere il diritto di chiedere un risarcimento danni al Tirolo o all'Austria, a condizione che possa produrre prove di negligenza attraverso relazioni appropriate o in un procedimento penale".

In poche ore, sono arrivate oltre 2500 segnalazioni, che hanno permesso alla VSV di presentare una denuncia collettiva contro il governatore del Tirolo.

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