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VAUDCinquecento pizze per dire grazie

24.03.20 - 12:36
Un italiano a Losanna ha deciso di dimostrare la sua gratitudine al personale del CHUV.
Emiliano Pellegrino
Cinquecento pizze per dire grazie
Un italiano a Losanna ha deciso di dimostrare la sua gratitudine al personale del CHUV.
«Loro salvano vite, io ho chiuso il ristorante ma do da mangiare a loro».

LOSANNA - Semplicemente grazie. A chi in questo periodo si sta prodigando notte e giorno per prendersi cura delle persone che vengono contagiate dal coronavirus, che stanno male e hanno bisogno di cure. In Ticino, ma anche nel resto della Svizzera, si moltiplicano le dimostrazioni di affetto e gratitudine nei confronti del personale che lavora negli ospedali, dai medici agli infermieri, dagli Oss fino a chi si occupa delle pulizie, gli assistenti e anche i militi della protezione civile nelle tendine. 

Applausi ai balconi, striscioni, post sui social. La scorsa settimana avevamo anche parlato di un gesto di solidarietà all’ospedale Civico di Lugano, dove erano state consegnati pizze, panini e brioche per il personale, oltre a acqua, frutte e Red Bull. 

Un’altra bella iniziativa arriva da Losanna, come riferisce Le Matin, dove un italiano che (come tutti gli altri) ha dovuto chiudere il suo ristorante, è pienamente operativo per preparare pizze per il personale del Centro ospedaliero universitario (CHUV). Lui si chiama Emiliano Pellegrino e ieri ha consegnato 100 pizze per pranzo, sufficienti a sfamare un intero piano del nosocomio.

Ma non si ferma. Vuole raggiungere le 500 pizze in tutta la settimana. «Desidero dimostrare loro la nostra gratitudine - spiega a Tio/20minuti -. Le farò pervenire in tutti i reparti. Loro sono lì per salvare le vite e per me è un piacere dargli da mangiare».

Ed è proprio la consegna delle pizze che al CHUV, accolta con grandi sorrisi - seppur dietro alla mascherina -, a dargli la carica: «Supereremo questo momento perché siamo tutti uniti. Io sento il calore delle persone che mi sostengono e con quello del mio forno preparo pizze per chi salva delle vite».

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