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SVIZZERACoronavirus, parecchie aziende chiedono il lavoro ridotto

09.03.20 - 10:23
In febbraio erano state solo 18 le società a usufruire di questa possibilità. Ora sono 75
Keystone
Boris Zürcher, direttore della Direzione del lavoro presso la Seco
Boris Zürcher, direttore della Direzione del lavoro presso la Seco
Fonte ats
Coronavirus, parecchie aziende chiedono il lavoro ridotto
In febbraio erano state solo 18 le società a usufruire di questa possibilità. Ora sono 75

BERNA - Il coronavirus ha un impatto crescente sull'occupazione in Svizzera. Dall'inizio di marzo, le richieste approvate per il lavoro a orario ridotto sono notevolmente aumentate. Secondo quanto affermato oggi da Boris Zürcher, direttore della Direzione del lavoro presso la Segreteria di Stato dell'economia (SECO), sono state accettate le domande di 75 aziende riguardo 2516 dipendenti.

Il Consiglio federale deciderà durante la settimana in merito alle semplificazioni di questo strumento. Il quadro è completamente cambiato dopo che, alla fine di febbraio, lo stesso governo ha ordinato il divieto a livello nazionale di qualsiasi manifestazione con almeno 1000 persone.

Infatti, in tutto febbraio erano state solo 18 le società, per un totale di 498 dipendenti, ad aver ricevuto una notifica positiva riguardo il lavoro a orario ridotto, ha sottolineato Zürcher nel corso di una conferenza telefonica. L'incremento più significativo registrato da inizio marzo proviene dal canton Zurigo.

Tra i settori più toccati vi sono l'alberghiero e la ristorazione, ma anche servizi tecnici, scientifici e commerciali, oltre ad arte e intrattenimento. Ad aver depositato richieste vi sono anche ad esempio organizzatori di eventi, agenzie di viaggio e artisti, ha puntualizzato Zürcher. Tradizionalmente invece, le domande di lavoro a tempo ridotto concernono ambiti come l'industria meccanica, elettrica e metallurgica.

Zürcher parte dal presupposto che i numeri continueranno a crescere. I Cantoni sono pronti ad approvazioni rapide per accelerare la procedura. All'orizzonte vi potrebbe inoltre essere la riduzione del numero dei giorni d'attesa e del periodo che intercorre tra la notifica preventiva e l'effettiva introduzione del lavoro ridotto. "L'obiettivo è quello di preservare gli impieghi", ha evidenziato l'esperto della SECO.

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