Ma il raccolto è stato più basso rispetto al 2018, che era stato da record
BERNA - Per i viticoltori elvetici, il raccolto del 2018 era stato da record. Lo scorso anno il risultato è invece stato più basso (si parla di 979'445 ettolitri, con un calo di 132'089). Ma dato l'elevato tenore di zucchero e il buon aroma dell'uva, per il vino si prospetta un'annata eccezionale. È quanto fa sapere oggi l'Ufficio federale dell'agricoltura.
Estate di scottature - Nel 2019 i viticoltori elvetici hanno dovuto fare i conti con una tarda primavera fresca e piovosa, che ha ritardato la germogliazione. In alcune regioni sono stati inoltre evitati per poco ingenti danni causati dal gelo. L'estate calda e umida ha poi accelerato la crescita delle viti, ma allo stesso tempo i viticoltori sono stati confrontati con la peronospora e l'oidio nonché con scottature da sole e danni provocati dalla grandine a livello regionale.
Più funghi e parassiti - L’autunno in molte zone è stato caratterizzato da precipitazioni copiose e periodi più freschi, con conseguente inibizione della maturazione dell’uva e maggiore presenza di funghi e parassiti. La vendemmia è iniziata con circa due settimane di ritardo rispetto all’anno precedente. Grazie al maggior dispendio nella vendemmia, è stato possibile raccogliere uva sana e matura di elevata qualità.
I vigneti, rispetto all’anno precedente, restano praticamente invariati a 14'704 ettari (-0,05 %).
Le cifre nel dettaglio, incluso il consumo, saranno pubblicate a fine primavera nell’“Anno viticolo”.