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SVIZZERARicompense da 10mila franchi per ogni operazione

16.02.20 - 14:33
Una società americana avrebbe elargito generosi bonus ai medici che utilizzavano le sue tecnologie
Keystone
Fonte ats
Ricompense da 10mila franchi per ogni operazione
Una società americana avrebbe elargito generosi bonus ai medici che utilizzavano le sue tecnologie

BERNA - In Svizzera le ricompense finanziarie di cui i medici godono in funzione del fatturato fatto realizzare ad aziende di dispositivi medici non sono controllate. Il "SonntagsBlick" ha messo le mani su un contratto di una società statunitense per il 2019, che consente a dottori spendaccioni di incassare somme considerevoli.

L'intesa, che la società Nevro designa come "Partnership Program" (programma di partenariato), attuata sin dal 2017, è fondata sul modello dei pagamenti kickback (il termine inglese che designa una bustarella). Ora il gruppo l'ha sospesa e ha rivisto la politica degli sconti. Il domenicale, che ne riproduce una parte nelle pagine interne, sostiene che le medesime pratiche sono messe in atto dai concorrenti Medtronic, Abbott e Boston Scientific.

La società Nevro è specializzata nella produzione di impianti sottocutanei ad azione neurologica per ridurre il dolore. Un tale apparecchietto, di pochi centimetri, viene introdotto ambulatorialmente sotto la pelle. Un pezzo lo scorso anno veniva venduto per 50'000 franchi. Se il medico acquirente avesse permesso di raggiungere i 100'000 franchi di fatturato, Nevro avrebbe concesso 10'000 franchi di ricompensa. Il Partnership Program prevedeva uno sconto massimo di 160'000 franchi per un fatturato di 800'000 franchi.

La Legge federale sui medicamenti e i dispositivi medici (LATer) in generale vieta i pagamenti kickback, ma non lo fa per impianti, strumenti e apparecchi. Il diritto federale sull'assicurazione malattia prevede però che questi sconti vadano a beneficio degli assicuratori o direttamente degli assicurati.

Dallo scorso primo gennaio l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) è incaricato proprio di verificare che il denaro kickback non rimanga nelle tasche dei medici, ma contribuisca all'abbattimento dei costi sanitari. Interrogato dal "SonntagsBlick", un portavoce precisa però prima di tutto che «l'UFSP non può fornire informazioni sulla diffusione dei pagamenti kickback» e aggiunge che «non è previsto alcun monitoraggio in materia». Per il domenicale in ogni caso i controlli sono un'utopia perché è pressoché impossibile immaginare verifiche efficaci in un paese con 37'000 camici bianchi.

Ma cosa pensa del contratto tra Nevro e medici la Swiss Society of Interventional Pain Management (SSIPM, l'associazione svizzera dei professionisti della terapia del dolore)? Friedrich Bremerich, presidente della SSIPM fino alla fine dello scorso anno, non ha risposto alle sollecitazioni del domenicale.

La sede statunitense di Nevro indica invece che «lo scorso anno, in relazione con una verifica interna, abbiamo reso più severe le nostre linee guida per gli sconti» e «modificato alcuni contratti in Svizzera». Il gruppo sottolinea inoltre che verifica costantemente le proprie linee guida per «garantire la best practice», ossia i migliori metodi aziendali, anche indipendentemente dall'evoluzione del diritto. In Svizzera comunque il parlamento lo scorso mese di marzo ha esteso il divieto delle pratiche kickback anche ai dispositivi medici. La modifica di legge dovrebbe entrare in vigore nel 2023. Secondo il "SonntagsBlick" Nevro, oltre a correggere le sue pratiche, ha licenziato due manager responsabili del mercato elvetico.

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