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SVIZZERAL'Ufficio di Sanità rassicura sul coronavirus: «In Svizzera il rischio è basso»

14.02.20 - 17:00
A una settimana dal falso allarme del Moncucco, i casi sospetti nel nostro Paese sono saliti a 250: «Tutti però sono risultati negativi»
Keystone
Fonte ats
L'Ufficio di Sanità rassicura sul coronavirus: «In Svizzera il rischio è basso»
A una settimana dal falso allarme del Moncucco, i casi sospetti nel nostro Paese sono saliti a 250: «Tutti però sono risultati negativi»

BERNA - È basso il rischio di una diffusione incontrollata del nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) in Europa e in Svizzera.

250 casi sospetti - Lo hanno indicato oggi in conferenza stampa a Berna i responsabili dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), precisando che le autorità continuano a seguire l'evolversi della situazione attentamente. Finora sono stati contabilizzati circa 250 casi sospetti, ha precisato Virginie Masserey, a capo della sezione controllo delle infezioni presso l'UFSP. «Tutti si sono rivelati negativi», ha però rassicurato.

L'allarme (rientrato) ticinese - Tra questi vi è pure quello registrato proprio una settimana fa a Lugano. L'allarme - ricordiamo - era scattato nella giornata di venerdì quando alla clinica Moncucco era stato attivato il protocollo per gestire questo tipo d'emergenza. Il sospetto contagiato, un giovane proveniente dall'Asia che mostrava sintomi influenzali, era stato immediatamente messo in isolamento e sottoposto a test precauzionali. Il giorno dopo però il caso (fortunatamente) si sgonfia. Il medico cantonale comunica infatti che le analisi hanno dato esito negativo e il paziente ha potuto abbandonare l'ospedale. 

Cosa fare in caso di contagio - Masserey ha ricordato che in caso di contagio acclarato, è importante «isolare tempestivamente il malato» e «avvertire coloro che hanno avuto contatti con lui ed eventualmente le autorità estere». È quanto avvenuto con i recenti casi verificatisi in Alta Savoia. Il Regno Unito, Paese di provenienza della persona all'origine del contagio, ha segnalato il passaggio dell'uomo dall'aeroporto di Ginevra. In merito a questa vicenda, Masserey ha indicato che un bambino di dieci anni è in quarantena nel canton Neuchâtel perché è entrato in contatto, durante un corso di sci, con un coetaneo ammalatosi in Alta Savoia.

I due elvetici sulla Diamond Princess - A fare il punto della situazione in cui versano gli altri svizzeri posti in quarantena è stato il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), per bocca di Serge Bavaud. Egli ha precisato che la coppia elvetica a bordo della Diamond Princess, la nave da crociera ormeggiata nella baia di Yokohama in cui si sono verificati casi di contagio, sta bene.

I rimpatriati in Francia - Ai rimpatriati dalla regione di Wuhan - cinque svizzeri e tre congiunti - che si trovano ancora nel sud della Francia, e non hanno sviluppato la malattia, è stato offerto il trasporto in Svizzera, ha aggiunto, precisando che sei di loro hanno accettato e faranno ritorno in patria presumibilmente domenica. Il DFAE continua per altro a seguire attentamente la situazione, mantenendo stretti contatti con l'ambasciata e i consolati in Cina, dove si sono finora annunciati 3500 cittadini elvetici, ha spiegato Bavaud. In caso di domande essi possono rivolgersi alle rappresentanze svizzere.

Il virus in Europa - Patrick Mathys, capo della sezione gestione delle crisi e collaborazione internazionale dell'UFSP, ha da parte sua tracciato una piccola panoramica della diffusione della malattia in Europa, dove è stata finora riscontrata in Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Russia, Spagna, Belgio, Finlandia e Svezia. Interpellato sulla possibilità di una penuria di medicinali, Mathys ha risposto che per ora non è il caso.

Posti in ospedale - Durante la conferenza stampa, il medico cantonale di Zurigo, Brian Martin, ha colto l'occasione per riassumere a grandi linee il dispositivo predisposto nel cantone e ha indicato che negli ospedali esso dispone al momento - per un'eventuale emergenza di questo tipo - di 61 posti per adulti e 13 per bambini che in caso di necessità possono essere aumentati.

La Swiss prolunga il divietoLa diffusione della malattia in Cina - dove ha provocato quasi 1'400 morti (per tutti i dati vedi link sotto) - ha convinto la compagnia elvetica Swiss a estendere la sospensione dei voli diretti a Pechino e Shanghai almeno fino al prossimo 28 marzo. La decisione prolunga di quasi un mese il precedente divieto che avrebbe dovuto terminare il 29 febbraio.

Informazioni costantemente aggiornate sono disponibili sia a livello cantonale (clicca qui) che a quello federale (clicca qui). 

Quanti sono i casi confermati? Quante le vittime? E quante sono le persone guarite dal coronavirus cinese? Le cifre a livello mondiale si trovano su una piattaforma di monitoraggio elaborata dalla Johns Hopkins University del Maryland. Clicca qui

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COMMENTI
 

Bayron 4 anni fa su tio
No problem, la vita è una e quando é il tuo momento non c’è Coronavirus che tenga.

sedelin 4 anni fa su tio
c.v.d.
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