Ai giovani in formazione vengono spesso affidati compiti non previsti nella loro funzione. I sindacati chiedono più controlli
ZURIGO - In ogni lavoro si comincia facendo la gavetta. Lo sanno bene gli apprendisti che si affacciano per la prima volta sul mondo del lavoro. E che spesso si ritrovano a eseguire compiti non previsti per la loro posizione. Lo conferma un recente studio dell’Istituto universitario federale per la formazione professionale: gli apprendisti «vengono sempre più spesso impiegati per attività produttive normalmente svolte da personale non qualificato».
Una situazione su cui gli esperti mettono in guardia: «È una direzione in cui non bisogna andare, in quanto gli apprendisti vanno formati per il loro futuro ruolo». Certo, può capitare di dover portare un caffè a qualcuno. «Ma certi compiti - sottolinea Kathrin Ziltener, segretaria nazionale dei Giovani Unia - devono essere proporzionati al resto del lavoro». E il sindacato, che è regolarmente confrontato con segnalazioni del genere, chiede più controlli da parte degli ispettori cantonali. «Alle aziende che trattano così i loro apprendisti andrebbe tolta l’autorizzazione a formare».
La vedono diversamente le divisioni della formazione professionale: un’intensificazione dei controlli non sarebbe necessaria. Sandra Kilchmann del Canton Lucerna afferma, inoltre, che nella maggior parte dei casi si trova una soluzione che soddisfa tutte le parti interessate. Anche l’Unione svizzera degli imprenditori si dice contrario alla richiesta dell’Unia, che viene definita come eccessiva: le attuali leggi sarebbero sufficienti per punire gli abusi.
Dalla pulizia dei gabinetti agli acquisti per la moglie del capo
Una piccola impresa l’aveva assunta come apprendista di commercio. Ma il suo compito era quello di portare il caffè alle riunioni con i clienti. Riunioni alle quali poi non poteva partecipare. «È il caso di una ragazza che in questo modo non ha imparato nulla sui rapporti con la clientela» racconta Kathrin Ziltener, segretaria nazionale dei Giovani Unia, fornendo anche altri esempi. Tra questi quello di un apprendista a cui veniva chiesto di fissare gli appuntamenti dal medico e prenotare le vacanze per il suo formatore. E non solo: doveva anche fare gli acquisti per la moglie del capo. Una droghiera in formazione aveva invece segnalato al sindacato di essere responsabile della pulizia quotidiana delle toilette aziendali. «Certo, a volte anche gli apprendisti possono svolgere certi incarichi» afferma Ziltener. «Ma non con questa frequenza». Poi c’è l’esperienza di un apprendista venditore, che ogni giorno doveva portare lo spuntino e il pranzo ai colleghi di lavoro: «Se tocca sempre al giovane in formazione, si tratta di una molestia». E infine il caso di un apprendista di commercio che ha dovuto tinteggiare il locale pausa.
Ecco il quadro legale
Gli apprendisti devono svolgere soltanto gli incarichi che corrispondono al loro profilo professionale. Ma questo non significa che dei compiti supplementari siano completamente vietati. È quanto afferma Roger Rudolph, esperto di diritto del lavoro, che sottolinea: «È una questione di quantità». Portare fuori il sacco dei rifiuti o effettuare un acquisto? Se avviene una volta alla settimana, tali incarichi possono ancora rientrare tra le richieste di un datore di lavoro. «Ma sarebbe eccessivo dover svolgere questi compiti quotidianamente». Gli incarichi in questione si potrebbero allora rifiutare dopo uno scritto d’avvertimento. Ed è anche possibile coinvolgere il competente ufficio per la formazione professionale.