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SVIZZERAAttenzione: l'influenza aviaria potrebbe tornare

07.02.20 - 10:52
Per ora sono stati rilevati casi in allevamenti dell'Europa orientale. Berna raccomanda di prendere misure a protezione di quelli elvetici
Archivio Keystone
Fonte ATS
Attenzione: l'influenza aviaria potrebbe tornare
Per ora sono stati rilevati casi in allevamenti dell'Europa orientale. Berna raccomanda di prendere misure a protezione di quelli elvetici

BERNA - L'influenza aviaria potrebbe nuovamente raggiungere la Svizzera: il rischio è elevato. L'allarme lo lancia l'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), che raccomanda di prendere una serie di misure a protezione degli allevamenti di galline e tacchini.

Dall'inizio dell'anno sono stati rilevati casi in allevamenti avicoli in sei paesi dell'Europa orientale (Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania, Repubblica Ceca e Ucraina) e in Germania in un uccello selvatico, indica l'USAV.

Gli intensi rapporti commerciali nel settore avicolo comportano il rischio di un'ulteriore diffusione dell'epizoozia, aggiungono le autorità, precisando che gli Stati interessati hanno immediatamente adottato le misure necessarie, compresa l'istituzione di zone di protezione e di sorveglianza, impedendo così il commercio dalle aree colpite.

La propagazione del virus in Svizzera dipenderà dal comportamento degli uccelli selvatici. Visto il clima mite di novembre e dicembre 2019, alcune specie non sono migrate verso sud. Se le condizioni meteorologiche dovessero rimanere così, molti uccelli migratori potrebbero dirigersi verso nord-est, riducendo il rischio. Se invece dovesse esserci un'ondata di freddo, molte specie potrebbero raggiungere i laghi svizzeri, aumentandolo.

Per proteggere le popolazioni di pollame, l'USAV raccomanda agli allevatori di verificare le misure igieniche e di biosicurezza nelle loro aziende e, se necessario, di migliorarle. In caso di sospetto, devono essere effettuati esami. In particolare, la vigilanza deve essere rafforzata in caso di sintomi respiratori, riduzione delle prestazioni di deposizione delle uova, elevata mortalità o ridotto consumo di cibo e acqua.

Il rilevamento precoce dei casi è fondamentale, ricorda ancora l'USAV, invitando i cittadini a segnalare gli uccelli selvatici trovati morti o malati. Da metà dicembre 2019 sono stati effettuati test su sei uccelli acquatici, per lo più cigni, trovati morti sulle rive del lago Lemano, del lago di Bienne e del Wohlensee (BE). Tutti sono risultati negativi.

Durante l'ultima epidemia di influenza aviaria, la Confederazione aveva messo in atto misure preventive fra novembre 2016 e marzo 2017. In totale erano stati confermati 121 casi, nessuno in allevamenti. L'ultimo era stato scoperto alla fine di dicembre 2017 sulle rive del lago di Bienne.

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COMMENTI
 

GI 4 anni fa su tio
...un uccello selvatico in Germania.....e mo in dua l'é ???

LordK 4 anni fa su tio
Il 29 novembre del 2011 il Corsera pubblica un articolo dal titolo: “Creato il virus che può uccidere la metà della popolazione mondiale“. https://www.corriere.it/salute/11_novembre_29/virus-aviaria-letale_dc89039a-1a72-11e1-a0 da-00d265bd2fc6.shtml I ricercatori dell'Erasmus Medical Center di Rotterdam (Paesi Bassi) hanno infatti prodotto una variante estremamente contagiosa del virus dell'influenza aviaria H5N1 in grado di trasmettersi facilmente a milioni di persone, scatenando una pandemia. Hanno scoperto che bastano cinque modificazioni genetiche per trasformare il virus dell'influenza aviaria in un agente patogeno altamente contagioso che potrebbe scatenare una pandemia in grado di uccidere la metà della popolazione mondiale. Nonostante le polemiche sulla pubblicazioni giunte da tutto il mondo, simili ricerche continuano a ritmo frenetico. Dicono che la storia docet? Forse, ma bisogna saperla leggere e interpretare correttamente. Negli ultimi anni siamo stati letteralmente terrorizzati da infezioni virali pandemiche che avrebbero dovuto decimare la popolazione mondiale. Ricordiamo solo le più importanti: 2001 Mucca pazza 2002 Sars 2005 Aviaria 2009 Suina 2015 Zika 2019 Ebola 2020 Coronavirus La paura tra i sudditi cresce sempre di pari passo con le quotazioni in borsa delle lobbies della chimica e farmaceutica.
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